Giovedì 18 Aprile 2024

Donna e potere. Il tabù resiste

Il caso dei video di Sanna Marin. Per nuocere a una donna, nel 2022, è sufficiente far circolare un paio di video in cui semplicemente osa ballare e sorridere. A maggior ragione se quella donna è giovane. Di successo. E potente

L'editoriale di Agnese Pini

L'editoriale di Agnese Pini

Una considerazione sul caso Sanna Marin. Ma, prima ancora, una premessa, e cioè ricordare chi sia Sanna Marin: di lei abbiamo detto tutto, questa settimana, fuorché le cose importanti. Anzi, essenziali. La premier finlandese, 36 anni, ha portato il suo Paese fuori dalla pandemia, ha fronteggiato le conseguenze della guerra in Ucraina, ha opposto alla prepotenza bellica della Russia la legittima volontà di difesa, sovranità e autonomia del suo popolo. Con coraggio, determinazione, passione politica e civile ha chiesto che il suo popolo potesse entrare nella Nato, per rimarcare con un appello senza precedenti quella stessa sovranità e autonomia.

Negli ultimi giorni Sanna Marin è finita in pasto all’opinione pubblica mondiale per due video (privati) che la mostrano mentre balla e sorride: in casa di amici e in una discoteca. Altro, in quei due video, non accade. Veniamo dunque alla considerazione sul caso, partendo dalle probabili trappole innescate con l’intento di nuocere alla presidente finlandese (da nemici interni? dai russi?). Perché questo è accaduto: ancora oggi si può nuocere a una donna giovane, potente e di successo semplicemente mostrandola mentre balla e sorride.

La morbosità internazionale suscitata intorno a quei video non è legata alla preoccupazione politica per le sorti della Finlandia, con una premier sotto evidente attacco. È legata invece alla curiosità (o all’invidia, allo stigma sociale, al sospetto, al dubbio, alla critica, al giudizio) che suscita il privato - per quanto legittimo e innocuo - di una donna che nella sua sfera pubblica esercita potere, guida una nazione, si assume l’onere di scelte dure, difficili, talvolta dolorose. E così, di Sanna Marin, ci hanno attratto o indignato la spontaneità, la gioia, la normalità, la giovinezza. In quei video abbiamo cercato, più o meno consapevolmente, la risposta a ciò che la nostra società non è ancora disposta a comprendere, o ad accettare fino in fondo: una donna (una donna giovane) con una responsabilità politica di massimo livello.