Giovedì 25 Aprile 2024

Elezioni 4 marzo, le insidie da evitare

Elezioni politiche del 4 marzo 2018 (Ansa)

Elezioni politiche del 4 marzo 2018 (Ansa)

Quando le tavole erano di legno e gli uomini di ferro, le maestre insegnavano agli scolari di ricordare gli anni che finiscono per otto. Il ‘48 dell’Ottocento ci lasciò in eredità, oltre allo Statuto Albertino, il motto “è successo un Quarantotto”. A indicare un putiferio. Nel 1918 finisce la prima guerra mondiale, nel ’48 entra in vigore la Costituzione repubblicana, nel ’68 c’è il Sessantotto, nel ’78 le Brigate Rosse uccidono Aldo Moro. C’è da aspettarsi, dunque, qualcosa di storico anche nel 2018? Decideranno gli italiani che tornano alle urne dopo cinque anni, a scadenza naturale della legislatura, e tre presidenti del Consiglio: Letta, Renzi e Gentiloni. Dalle urne uscirà un Parlamento, dalle maggioranze possibili un governo. Il voto non è mai un salto nel buio. Lo sanno anche i mercati che, per quanto tirati per la giacchetta, finora hanno deluso i tifosi dello spread e non si sono agitati più di tanto. Se cambieranno idea sarà un giudizio sulle scelte degli eletti, mai su quelle degli elettori. L’auspicio è che il Paese trovi una guida che eviti due insidie: l’instabilità e il vivacchiare. Non potremmo permettercelo. 

Che al Quirinale ci sia una persona come il presidente Sergio Mattarella è la miglior garanzia di evitare la palude.

Per la prima volta, inoltre, andranno a votare i Millennials, i ragazzi del ’99: generazione che sa di avere davanti una vita probabilmente più difficile di quella avuta dai loro padri e dalle loro madri. Generazione cresciuta più a web e social media che a pane e politica. Aperti al mondo anche per necessità, senza paracadute nella precarietà globalizzata. Carichi di sogni e di energia, com’è normale a quell’età. Vedere se andranno alle urne e capire come voteranno spiegherà molto del mondo che hanno in testa.

Politicamente, rispetto al 2013, è passata un’era geologica. Paradossalmente, come in un gioco da tavolo, la nuova legge elettorale riporta i concorrenti a un posto al sole nella Terza Repubblica, alla casella di partenza della Prima. Che, per molti aspetti, ha funzionato meglio della Seconda. Gli unici numeri validi saranno quelli che usciranno dalle urne. E le loro combinazioni.

Più il numero 8: basta ruotarlo per farne il simbolo dell’infinito. È di buon auspicio per i cinesi che non a caso inaugurarono le Olimpiadi di Pechino l’8-8-2008. Per gli appassionati di archetipi e di numerologia è il numero associato alla figura del sovrano. Come il popolo quando vota. Per la Smorfia napoletana è il numero della Madonna. La migliore protettrice, non solo quando non si sa più a che santo votarsi.