Il silenzio è d'oro

Sostiene Juncker di temere, per l’Italia e per l’Europa, un esito elettorale che porti a un «governo non operativo» e di temere le reazioni dei mercati per il dopo 4 marzo. Poteva tacere, il presidente della Commissione europea. Poiché un governo o è operativo o non è un governo – come gli ha ricordato il premier italiano Gentiloni – è evidente che l’inquilino di Bruxelles ha qualche problema con la logica.  Quanto ai mercati, chiunque abbia un minimo di pratica, sa benissimo che, normalmente anticipano le tendenze e non le seguono. Fatto sta che, prima delle parole di Juncker, lo spread tra i rendimenti dei nostri Btp e il Bund tedesco, se ne stava bello tranquillo sui 132 punti e, dopo la lezioncina, è salito sui 140 per poi chiudere a 137. Nel frattempo, sono scattate le vendite sul listino di Milano che ha poi contenuto le perdite a meno 0,84%. Fibrillazioni. I mercati si sono preoccupati, evidentemente, più delle parole del presidente della Commissione Ue che dello stato dell’arte. Nulla di strano: è normale che, di fronte alle parole di un papaverone, chi fa soldi con i soldi si ponga la più banale delle domande: cosa sa che io non so? I mercati – scriveva Niall Ferguson nella sua ‘Ascesa è caduta del denaro’ – in ogni istante danno un prezzo alle cose. Sono uno specchio e non è colpa dello specchio se riflette, oltre alla nostra immensa bellezza, anche i nostri difetti. E quelli di monsieur Jean-Claude. Il cui intervento ha attirato subito accuse di ingerenza nei fatti nostri. Che, in realtà, sarebbero un pochino anche suoi, vista la poltrona sulla quale sta seduto.  È un'ingerenza quella di Juncker? Sicuramente è uno sgarbo, visto che ha usato la cortesia di parlare a mercati aperti e dato che è il capo di una commissione che ha sul tavolo due patate bollenti made in Italy: la vicenda Embraco che incalza la commissaria Vestager e la partita della sede di Ema, l’Agenzia del Farmaco per la quale Milano sta giocando al meglio le proprie carte contro Amsterdam. Partite per le quali, tra l’altro, al fronte del Nord ed Est Europa sarebbe come manna dal cielo un «governo non operativo» in Italia. Con buona pace di Juncker e del suo piccolo grande buu, per far tremare chi lo teme, non andrà così.