Mercoledì 24 Aprile 2024

L’estate sulla nostra riviera. Ma ora aiutate il turismo sull’Adriatico

Anni fa il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, mi disse di credere fermamente in un antico motto della sua terra: “Quanto tira forte il vento del cambiamento, o tiri su un muro o fai i mulini a vento”. Credo, anzi sono sicuro, che di fronte alla bufera che il Coronavirus ha scatenato sulla loro riviera e sulla loro stagione turistica, i romagnoli sapranno anche questa volta stupirci con la loro capacità di reagire alle circostanze: con tanta volontà e qualche colpo di genio. E così sapranno fare i marchigiani, custodi di una delle terre più belle del mondo, e secondi a nessuno quanto a capacità di accogliere.

Sono due fra le regioni più colpite dal virus e, va detto, anche due fra le regioni meglio amministrate. Hanno saputo reggere l’urto molto bene. Ma sono anche due regioni che vivono moltissimo sulle vacanze estive. Da domani riapriranno tante cose: tante aziende e perfino tanti piccoli esercizi commerciali. Ma che ne sarà delle spiagge e degli alberghi, dei ristoranti e dei locali notturni? Del mare e delle piscine? Delle piadinerie e delle enoteche? “Quando tira forte il vento...”. 

I romagnoli sono stati i primi in Italia a inventare il turismo balneare (1843, Stabilimenti Privilegiati dei Bagni Marittimi, fondati a Rimini dai conti Baldini e dal medico Claudio Tintori); i primi ad attirare sulle spiagge l’aristocrazia (1908, nasce il Grand Hotel di Rimini) e poi la borghesia, che ammirava il Duce bagnante a Riccione. Nel dopoguerra, sulle macerie di 396 bombardamenti solo su Rimini, un sindaco comunista diede ai pescatori la possibilità di costruire pensioni popolari firmando ettari di cambiali, e pure la classe operaia poté entrare nel paradiso delle vacanze. Quando nel 1989 arrivò la mucillaggine, le piccole pensioni ricavarono improbabili piscine nei parcheggi e nei giardinetti; e arrivò la stagione delle Fiere, poi del divertimentificio, poi delle notti rosa. Sono certo che anche questa volta romagnoli e marchigiani sapranno inventarsi qualcosa: è gente capace anche di portarti a casa, in città, un pezzo di spiaggia. Ma il governo non può eludere la faccenda contando sul genio della gente più ospitale d’Italia. Tra i tanti provvedimenti allo studio, non abbiamo ancora sentito nulla di concreto per il sostegno al turismo balneare. Ne va una parte importante del Pil; e soprattutto la vita di tante persone. Si mettano, a Roma, una mano sulla coscienza.