Contro il virus e la pandemia con parole chiare

Serve una linea di difesa: il buon senso e la prudenza di fronte alle nuove preoccupazioni devono interrogare da vicino la politica e le sue scelte

L'editoriale di Agnese Pini

L'editoriale di Agnese Pini

Si porta dietro, questa fine d’anno, il sapore amaro di un déjà vu. Mentre pochi giorni fa, era il 26 dicembre, ci arrivavano le notizie dei due aerei atterrati a Malpensa dalla Cina, dei tamponi ai passeggeri, dei risultati di quei tamponi - 97 su 212 positivi al Covid - non abbiamo potuto fare a meno di pensare: "Ecco, ci risiamo". La buona notizia è che non siamo a tre anni fa, che il mondo (occidentale) è molto più consapevole e soprattutto immunizzato, e che se il virus torna a preoccupare con una bomba epidemiologica potenzialmente già esplosa - i casi in Cina sono stimati a quota 250 milioni - in Europa, dove i vaccini hanno funzionato bene, la linea Maginot di difesa dal virus ha le potenzialità per reggere l’onda d’urto. Sulla carta.

Perché la cattiva notizia è che, almeno in Italia, il sistema sanitario nazionale non ha fatto gli auspicati progressi per arginare eventuali nuove ondate scongiurando i drammi umanitari che ancora bruciano addosso a milioni di famiglie. E se fino a oggi i dati a nostra disposizione ci potevano far dormire sonni tranquilli, il buon senso e la prudenza di fronte alle nuove preoccupazioni devono invece interrogare da vicino la politica e le sue scelte. Il virus è stato sconfitto grazie ai vaccini, per quel che riguarda la scienza, ma solo in combinato disposto con precisi provvedimenti sanitari, per quel che riguarda la politica. Il Governo oggi in carica è formato da partiti molto critici sulle politiche adottate dalla legislatura precedente, che nei fatti si è intestata la vittoria contro il Covid: Fratelli d’Italia, ma anche la Lega che si è sempre piegata malvolentieri alla dura linea draghiana sul contenimento al virus.

Ora, è bene ricordare che Giorgia Meloni - che da premier ha ammorbidito molte posizioni di bandiera su temi cruciali, Europa in primis - si è espressa chiaramente sulla questione, poco più di un mese fa, al G20 di Bali: "Il Covid è in calo grazie al lavoro straordinario del personale sanitario, ai vaccini, alla prevenzione, alla responsabilità dei cittadini". Parole nette e inequivocabili. Un po’ meno nette sono state quelle pronunciate giovedì durante la conferenza stampa di fine anno. Sintetizzo: sì ai vaccini per anziani e categorie a rischio, gli altri chiedano al medico. Ecco, una argomentazione davvero un po’ vaga per rappresentare un governo già chiamato dai fatti a impostare una chiara linea di azione per fronteggiare il problema. Possibilmente prima che torni a fare davvero paura.