Giovedì 18 Aprile 2024

Partita doppia

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte domani incontra la Cancelliera tedesca Angela Merkel dopo il bilaterale di venerdì scorso col presidente francese Emnanuel Macron. Dalla Merkel, almeno a parole, potrà ottenere un sostegno sul fronte migranti più robusto – e forse sincero – di quello (s)offerto da Macron. Ma alla Cancelliera è difficile, se non improbabile, che Conte possa strappare ulteriore flessibilità sui conti pubblici o passi in avanti sulla riforma dell’Eurozona che rompano l’ortodossia tedesca del rigore. Temi, al contrario, più cari a Macron e del tutto invisi a quel Fronte del Nord in buona parte potenziale alleato dell’Italia a far muro sui migranti. Stando così le cose si possono, al momento, trarre tre conclusioni. La prima: la politica europea si risolve da sempre nel ruolo che Francia e Germania si ritagliano per se stesse. Chi salutò Macron come l’uomo che poteva riequilibrare la guida tedesca dell’Ue non può che constatare che il motore europeo a due cilindri non è affatto ripartito. Per ora ci sono due leader su due motorini targati Francia e Germania che corrono per i fatti propri con l’ambizione, il primo, di dettare la linea sulla politica estera e la seconda sulla politica economica dell’Unione.

L'Italia – terza economia d’Europa e seconda manifattura – si trova nella miglior condizione di volgere la competizione tra Merkel e Macron a proprio vantaggio. Complici anche le scadenze elettorali del prossimo anno; i rapporti di forza nei governi europei a partire da quello di Berlino; la fine del quantitative easing e la scadenza del mandato di Mario Draghi; la determinazione di Trump sui dazi e le aperture alla Russia di Putin. Fatti che complicheranno lo scacchiere politico europeo. La seconda conclusione riguarda la distinzione tra ciò che costa e ciò che non costa. Sono i paletti entro i quali potrà muoversi realisticamente il governo: ciò che non costa, come la politica sull’immigrazione, ha margini di manovra politici. Ciò che costa – la politica economica – meno. Ma dai confronti e dalle alleanze internazionali ed europee su ciò che non costa possono saltare fuori concessioni su ciò che un costo ce l’ha e muove lo spread. Anche se azzardi sulla stabilità finanziaria avrebbero altri prezzi rispetto al blocco della nave Aquarius. Terza conclusione: la risolutezza del ministro Salvini sui migranti – piaccia o non piaccia – ha fatto saltare il banco e ridato le carte nel Vecchio Continente. Potrebbe pure avere salvato l’Unione europea. Da se stessa.