Mercoledì 24 Aprile 2024

La proposta M5S. Droga libera? Non ci libera

Il tema della droga, lanciato da questo giornale nelle scorse settimane, è diventato oggetto dell’ennesima battaglia fra Movimento Cinque Stelle e Lega. Di Maio e i suoi sono per la liberalizzazione delle cosiddette droghe leggere (hanno già presentato un disegno di legge); Salvini vuole addirittura chiudere i negozi, già legali da tempo, che vendono la cannabis. Non ci interessa la polemica politica. Ciò che ci interessa, e che ha ispirato i nostri articoli, è porre l’attenzione sul fatto che la droga, tutte le droghe, fanno male; che otto milioni di italiani, più o meno continuativamente, ne fanno uso (dati Istat); e che mentre si fanno grandi campagne sui rischi dell’alcol del fumo e dell’obesità, non altrettanto si fa per informare sui danni provocati dagli stupefacenti. Paradossalmente, se la cannabis venisse legalizzata e al contempo lo Stato si impegnasse in una campagna martellante (ma davvero martellante) per sconsigliarne l’uso, sarebbe forse meglio di adesso.

Quello che, però, trovo del tutto incomprensibile è la motivazione con la quale i Cinque Stelle (e in genere tutto il fronte antiproibizionista) portano avanti la loro battaglia per la legalizzazione. Perché la motivazione è la seguente: «Così tagliamo i guadagni della malavita». Lo ha detto ieri Di Maio, così dicono da sempre tanti sedicenti maître à penser. Ora, la ratio di una simile argomentazione mi sfugge completamente.

Primo, perché la malavita, da che mondo è mondo, una fonte di guadagno l’ha sempre trovata. Se non potesse più vendere gli spinelli, venderebbe comunque cocaina, eroina e pasticche varie (o vogliamo legalizzare anche quelle?). Secondo, perché se la droga fa male (e fa male), continuerebbe a far male anche se invece che un pusher ci fosse, a venderla, un farmacista o un tabaccaio. A cuore di uno Stato dovrebbe stare innanzitutto il bene dei propri cittadini; quanto alla malavita, bisogna combatterla mettendo in galera spacciatori e trafficanti, non diversificando (senza diminuirle) le sue fonti di reddito. Ma forse sono ragioni troppo ovvie per chi usa tutto, anche la droga, per farsi campagna elettorale.