Sabato 20 Aprile 2024

I volti, le storie. Oltre ai numeri ci sono le vite

La forza di una comunità. Dietro una tragedia spaventosa ci sono paesi e ricordi e il senso più profondo di quella resistenza tenace che testimonia l’orgoglio, la forza e la dignità di un popolo

Agnese Pini

Agnese Pini

Voglio raccontarvi le persone dietro ai numeri. I numeri sono spaventosi - 15 morti, 36mila sfollati - e dietro quei numeri ci sono volti, nomi, dolori, affetti perduti, memorie cancellate. C’è la vita che si interrompe e c’è la vita che non si arrende, ci sono paesi e ricordi e il senso più profondo di quella resistenza tenace che testimonia l’orgoglio e la forza e la dignità di un popolo, prima ancora del suo dolore.

Sant’Agata sul Santerno: moglie, marito. Lui, Giovanni Sella, ha 89 anni, è infermo e non può alzarsi dal letto, lei gli è accanto mentre l’acqua inizia a salire dentro la stanza al piano terreno. Sempre accanto. L’acqua sale, sale, sale. Lei allora fa quello che può, chiama i soccorsi, si affaccia alla finestra del primo piano per attirare la loro attenzione, e quando finalmente arrivano lui è già ricoperto dal fango, immobilizzato nel suo letto. Lei dice: "Mio marito è in camera, salvatelo". È impossibile, ormai.

A Roncofreddo c’è una sindaca, si chiama Sara Bartolini. Il suo paese è rimasto isolato, una frana praticamente in ogni strada. È crollato tutto: i colli e i terrapieni, mentre le radici non sono riuscite a trattenere la fragilità del terreno. La sindaca, dalla sera dell’alluvione, la sera dei crolli, non ha più lasciato il palazzo del Comune. Ha messo una brandina accanto alla scrivania, e quando è stanca chiude un po’ gli occhi: "C’è da andare avanti, c’è da liberare un paese".

Davide Barone era sull’elicottero che è precipitato a Lugo, mentre controllava le linee elettriche danneggiate dal ciclone. È ricoverato con un trauma facciale e toracico, il bacino rotto. Dal letto d’ospedale, a Bologna, ieri piangeva ma non per sé: "Per la gente sotto l’acqua, per quella gente che è rimasta lì". A Ravenna hanno deviato un canale. Lo hanno fatto per salvare la città dal sicuro allagamento. Fabrizio Galavotti è l’uomo che ha sacrificato 800 ettari di campo per questa causa: l’acqua verrà riversata sopra i suoi terreni, è così Ravenna sarà salva. Le storie, i volti, i nomi. Le persone dietro ai numeri. Quando pensiamo cosa significa non mettere in sicurezza un territorio, ritardare, procrastinare, alzare le spalle, minimizzare, fregarcene dei cambiamenti climatici, non spendere correttamente i soldi - i soldi che ci sono e ci sono sempre stati - pensiamo a loro.

Pensiamo a loro e smettiamola, una volta per tutte, di credere che non ci riguardi.