Martedì 23 Aprile 2024

La ricetta di Trichet contro l’inflazione. "Europa federale"

L’ex presidente della Bce ospite di Young Factor a Milano " Per fronteggiare il rialzo di prezzi e spread serve stabilità"

Andrea Ceccherini (al centro) con Jean-Claude Trichet e Luca Maestri

Andrea Ceccherini (al centro) con Jean-Claude Trichet e Luca Maestri

"Siamo a un punto di svolta". Il francese Jean-Claude Trichet, ex presidente della Bce, non nasconde una certa preoccupazione. E, davanti ai 400 studenti italiani e europei arrivati a Milano per partecipare a Young Factor , la tre giorni di educazione finanziaria promossa da Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Giovani-Editori ("una tre giorni di dialogo che ha un obiettivo solo – scandisce nel suo saluto –. Tenere i giovani dentro la discussione sulle decisioni che contano. E non fuori") , affronta senza perifrasi lo spettro dell’inflazione e dell’aumento dello spread che, da quando l’attuale presidente della Bce, Christine Lagarde, ha annunciato il rialzo dei tassi a partire da luglio, ha surriscaldato i mercati (ieri Milano ha chiuso in leggero calo a -0,32% dopo giorni negativi) e preoccupa i cittadini, già provati dai rialzi dei costi dell’energia e dei prodotti petoliferi."Il problema – argomenta Trichet – è proprio quello di evitare la destabilizzazione legata alle aspettative inflazionistiche sul medio termine. Dobbiamo pensare a una stabilità più di lungo termine".

Ma dopo due anni e mezzo di pandemia e con una guerra alle porte di casa la preoccupazione che l’inflazione impatti negativamente sulla ripresa e la domanda è alta. "Tutti negli Stati Uniti e tutti in Europa – risponde l’ex presidente della Bce – devono avere fiducia nel medio termine nelle banche centrali: torneremo al 2% di inflazione, che è il dato di consenso tra tutte le banche centrali". Ma ciò detto, per Trichet, si deve intervenire subito per "evitare la destabilizzazione legata alle attese d’inflazione sul medio termine". Come? Puntando a realizzare "un’Europa federale che è una necessità inevitabile se non vogliamo diventare invisibili a lungo termine come singoli paesi ed essere una delle quattro grandi potenze con Usa, Cina e India". Ecco perché, alla fine, occorre avere attenzione a parlare di rialzi dei tassi. E nello stesso tempo varare strumenti anti-rialzo dello spred.

A gettare acqua sul fuoco dalla Silicon Valley arriva però il cfo di Apple, l’italiano Luca Maestri, secondo il quale "i mercati finanziari tendono ad amplificare le paure che esistono, ad oggi. Poi, magari, tra alcuni mesi sarà diverso, l’economia reale va meglio di come si pensi". Mentre il presidente dell’Abi, Antonio Pautelli, invita a non farsi prendere dal panico. "Se uno ha consapevolezza della storia – osserva Patuelli – si rende conto che noi con la lira abbiamo avuto dei tassi fino al 19,5%, e l’Italia nell’euro dovrebbe avere al massimo lo 0,50% entro Natale, quindi una quota infima". Ma la preoccupazione resta. Anche perché c’è un’inflazione che morde. Non solo salari e stipendi, anche il risparmio. E per quest’ultimo mancano meccanismi di adeguamento.