Lunedì 23 Giugno 2025
BARBARA CALDEROLA
Economia

Wind Tre, accademia d’innovazione: "Una svolta digitale per i Comuni"

Matrone: dal monitoraggio dei flussi turistici all’accesso ai fondi, noi advisor della trasformazione hi-tech

Matrone: dal monitoraggio dei flussi turistici all’accesso ai fondi, noi advisor della trasformazione hi-tech

Matrone: dal monitoraggio dei flussi turistici all’accesso ai fondi, noi advisor della trasformazione hi-tech

Un progetto di Smart city che passa dalla formazione di alto livello per personale della pubblica amministrazione a costo zero per i Comuni. Si chiama “Wind Tre Executive Education program“, l’azienda l’ha organizzato con SDA Bocconi e Aused, l’associazione che riunisce gli utilizzatori di sistemi e tecnologie dell’informazione. A Stefania Matrone – direttrice Business Change Office e Ambassador dell’obiettivo Smart City di Wind Tre – abbiamo chiesto di raccontarci l’Italia che cambia.

Perché un’iniziativa per manager pubblici?

"Ci relazioniamo a tanti amministratori, sindaci e assessori, molto interessati alla digitalizzazione, ma ci siamo accorti che c’è gap di competenze. Troviamo sempre interlocutori curiosi, ma senza strumenti. Così abbiamo pensato di unire realtà importanti e colmare la lacuna".

Risposta?

"Molto positiva, 48 città hanno già firmato con noi un protocollo d’intesa per la digitalizzazione. Il processo non è scontato, serve l’approvazione della giunta municipale. Inizia così un percorso di interlocuzione, il nostro è un compito da advisor, siamo consulenti. Una delle due facce del nostro lavoro, l’altra è mettere a disposizione soluzioni tecniche. Come la possibilità di “misurare“ i flussi turistici in base ai quali riorganizzare i servizi, dalla raccolta rifiuti, al trasloco del mercato, se necessario. Tutto senza oneri per le città".

Quale è il ruolo della pubblica amministrazione nella trasformazione digitale?

"Essenziale. Di smart city si parla da 20 anni, ma il privato può fare poco, ci sono limiti di risorse e aggregazione. Mentre, per definizione, il pubblico lavora per il bene della cittadinanza, quindi è un hub e un facilitatore di questi processi, anche se non mancano i problemi. Bisogna districarsi fra burocrazia e governance. Tanto che nel programma di formazione abbiamo inserito un modulo dedicato al partenariato pubblico-privato e agli strumenti di finanziamento. Il loro compito è cruciale anche da un altro punto di vita: spesso la singola città fa da apripista per un intero territorio, per questo oggi parliamo di smart land".

E invece qual è quello di Wind Tre nella digitalizzazione delle città?

"Con il nostro piano di sostenibilità lo sguardo si allarga alla comunità. Ci concentriamo sui borghi connessi, non solo sulle smart city. È ciò a cui ci dedichiamo ogni giorno dal consumatore alla grande azienda, non abbiamo fatto da soli il corso, ma con Aused e Bocconi, un ecosistema favorito dall’azienda da un lato e da esperti e mediatori dall’altro".

Quali competenze sviluppate?

"Gestione del processo di innovazione, riconoscimento e monitoraggio del cambiamento, accesso a finanziamenti e governance".

Obiettivo?

"100 Smart city entro il 2030, oggi siamo quasi a metà, in linea con quanto ci siamo prefissi. Noi che maneggiamo tecnologia sappiamo quanto sia un fattore di sviluppo e vogliamo fare la nostra parte in questo processo".

Accennava al vostro piano di sostenibilità.

"È molto articolato, ha 10 obiettivi fra area green e responsabilità digitale con il progetto Neo-Connessi. Un tema quest’ultimo al quale teniamo particolarmente: aiutare i genitori rispetto al compito sempre più difficile di educazione digitale dei figli. Poi c’è la riduzione di CO2, abbiamo scelto traguardi vicini a quello che facciamo quotidianamente, nel caso delle Smart City per città più intelligenti e inclusive, mentre con Borghi Connessi riduciamo il digital divide e ci avviciniamo alla cittadina con progetti dedicati. Wind Tre dà connettività a quasi il 30% degli italiani".

Paolo Verri