Venerdì 19 Aprile 2024

Vinitaly brinda con la Cina. Nuovi mercati per l’export

A Verona tornano i buyers dall’Oriente ma si punta anche sui Paesi balcanici. Secondo Coldiretti, nel 2022 le vendite all’estero sono cresciute del 10%. .

Appassionati di vino a uno stand di Vinitaly 2023

Appassionati di vino a uno stand di Vinitaly 2023

Il vino italiano guarda all’estero. Alla Cina, tornata dopo anni di flessione degli acquisti dovuta alla pandemia, ma anche alla Russia, che nonostante la guerra e le sanzioni continua, ed è una sorpresa, a comprare grandi quantità del nostro vino. Fra i produttori si respira ottimismo al Vinitaly nel giorno della visita del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, presente ieri assieme a mezzo governo, con i ministri Adolfo Urso, Daniela Santanché, Orazio Schillaci e Francesco Lollobrigida a rimarcare la centralità del settore per l’Italia. Nel 2022, secondo un’analisi Coldiretti, il fatturato italiano del vino ha sfiorato 14 miliardi trainato da un balzo dell’export a due cifre, pari al 10 per cento. Un dato forse inaspettato è quello della crescita della Russia: alla kermesse di Verona, fra i mille compratori di alto livello provenienti da 68 Stati non c’è nemmeno un russo, ma secondo l’analisi di Coldiretti il mercato del vino destinato a Mosca è cresciuto del 16 per cento nel 2022, arrivando alla cifra record di 172 milioni. I vini arrivano in Russia, afferma Coldiretti, soprattutto attraverso triangolazioni da Paesi che non impongono sanzioni e l’Italia ha la quota maggiore, con il 30 per cento del mercato, davanti a Spagna e Georgia. La richiesta maggiore è quella di spumanti, in particolare prosecco, per un valore di 91 milioni.

La grande attesa è però quella per la Cina. Fra i vini più venduti all’estero ci sono i rossi toscani: "Negli anni scorsi stavamo raccogliendo il frutto di un lavoro molto lungo fatto con la Cina – spiega il presidente del consorzio Chianti, Giovanni Busi –, poi è arrivata la pandemia. Il ritorno dei cinesi per noi è un segnale che dà ottimismo e sicuramente non ripartiremo da zero". I segnali importanti però arrivano da vari Paesi, e non solo dell’Asia: "L’export sta andando bene – afferma Michele Bernetti, presidente dell’Istituto marchigiano tutela vini, che rappresenta 519 produttori –, non c’è solo la Cina, ma anche Giappone, Corea del sud e altri mercati sono in crescita".

A un mercato in parte nuovo guarda invece il Veneto. Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha incontrato il ministro del commercio nazionale ed estero Tomislav Momirovic: ‘"Siamo felici e orgogliosi di aver ospitato per la prima volta a Vinitaly i più alti rappresentanti di tre nazioni amiche come Serbia, la Macedonia del Nord e l’Albania. La collaborazione con questi Paesi continuerà a partire dalla fiera Open Balkan di novembre, dove porteremo le eccellenze venete".

A imprimere dinamismo al settore c’è anche un’onda ‘verde’, intesa come età: secondo dati Coldiretti un giovane agricoltore su 10 possiede una vigna che è la coltivazione più diffusa nelle aziende condotte da under 35.

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