Prosegue il viaggio nel mondo dei certificati. Dopo la pubblicazione della prima dispensa dedicata a un’introduzione generale su questo strumento finanziario sempre più utilizzato, da oggi (lunedì 2 marzo) sul sito www.youfinance.it all’interno del percorso formativo online Investi Bene è disponibile e scaricabile gratuitamente il secondo capitolo sull’argomento curato da Gabriele Bellelli.
La seconda dispensa realizzata da Bellelli, trader, educatore finanziario indipendente e scrittore oltre che gestore del sito Bellelli.biz (www.bellelli.biz) dove ogni giorno fornisce in modo gratuito analisi, commenti e segnali operativi sui principali mercati finanziari, è intitolata «Certificati a capitale protetto: investire a basso rischio». Chiamati anche «certificate», i certificati di investimento, ricorda Bellelli «sono un prodotto arrivato in Italia nei lontani primi anni Duemila e che è sopravvissuto allo tsunami finanziario del 2007-2008 ma che solo nel corso degli ultimi 4-5 anni sta prendendo sempre più piede all’interno del portafoglio degli investitori italiani».
La discesa del valore delle quotazioni e l’elevata tassazione sul mattone, ha diminuito in questi anni l’appeal dell’investimento immobiliare. Ma anche il porto considerato sicuro dei titoli di Stato e dei bond ha subito gli effetti della stagione di tassi zero o negativi. Così l’investitore prudente è andato alla ricerca di rendimento ed entrate periodiche (cedole). E tra le soluzioni alternative quella emersa maggiormente è rappresentata dai certificati. In particolare quelli a capitale protetto o a capitale condizionatamente protetto che, diversamente dalle altre due tipologie (a capitale non protetto e a leva), sono, con gradi diversi di rischio, approcciabili dal piccolo risparmiatore.
I certificati, per definizione tecnica, sono strumenti derivati e cartolarizzati, negoziati sui mercati regolamentati, che vengono «assemblati» attraverso strategie composte con le opzioni e che, attraverso una gestione passiva, permettono di investire in un’attività finanziaria sottostante replicandone l’andamento. Acquistare un certificato – che non ha soglie d’ingresso, basta anche qualche centinaio di euro – significa quindi comprare una strategia operativa realizzata attraverso le opzioni che, in base a come viene declinata, può assumere una posizione rialzista, ribassista o neutra sul mercato oppure può permettere all’investitore di ottenere un’entrata periodica (cedola) o un generico rendimento a scadenza (bonus).
In particolare, spiega Bellelli in questa sua seconda dispensa, i certificati a capitale protetto si caratterizzano perché a scadenza è prevista una protezione del capitale, che può essere totale o parziale, che garantisce un rimborso minimo predefinito, ad esempio del 90 o del 100% del valore nominale, indipendentemente dall’andamento del sottostante a cui è collegato il certificato. Questa protezione è valida anche in caso di default del sottostante ma non dell’emittente del certificato.
A quale tipo di investitore sono idonei? «Al buon padre di famiglia o più in generale a tutti gli investitori che hanno una propensione al rischio bassa o contenuta – conclude Bellelli – dal momento che il ruolo che rivestono all’interno del portafoglio, oltre a quello di produrre reddito o rendimento, è di ridurre il rischio e proteggere il portafoglio in caso di ribasso del mercato azionario». Quello che sta accadendo nella stagione del Coronavirus.
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