Riforma fiscale 2022, via aliquota Irpef: così calano le tasse

No tax area più ampia, le prime ipotesi di governo e partiti sulla riforma tributaria. Si vuole abolire l’Irap per le pmi: ma le risorse sono limitate

Il ministro Daniele Franco, 68 anni

Il ministro Daniele Franco, 68 anni

Roma, 24 novembre 2021 - Quattro scaglioni di reddito per quattro aliquote, con innalzamento della no tax area fino a 10mila euro e revisione delle detrazioni per inglobare il bonus da 100 euro. In sostanza, oltre a un ritocco verso il basso delle aliquote centrali del sistema, scomparirebbe l’aliquota  del 41%, mentre resterebbe quella del 43%. Summit dopo summit al dicastero di Via XX Settembre, prende forma la nuova Irpef, anche se governo e maggioranza dovranno fare i conti con le risorse a disposizione (8 miliardi l’anno per tre anni) per tradurla in concreto e per dare un segnale di taglio anche dell’Irap, come chiedono Lega e Forza Italia. E questo mentre il ministro dell’Economia, Daniele Franco, in serata consolida il risultato del Pil per il 2021 a quota 6,2-6,3% e prevede l’integrale recupero del gap pandemico entro marzo 2022.

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Nuova Irpef 

Ma torniamo agli sgravi su Irpef e Irap, primi step della riforma tributaria in manovra. Franco assicura: "La manovra sarà espansiva, sosterrà famiglie e imprese". Il prossimo appuntamento è fissato per domani, tra i tecnici e i politici della maggioranza. L’intenzione resta quella di trovare un accordo entro la settimana, senza passare la palla ai leader dei partiti.

Un percorso comune c’è, e punta quasi tutto (6 degli 8 miliardi disponibili) sulla revisione delle aliquote Irpef. E questo sebbene da Bankitalia, Ufficio parlamentare di bilancio e Corte dei Conti siano arrivare riserve sul taglio dell’Irpef per come lo si intende fare (perché favorirebbe anche i redditi differenti dal lavoro dipendente o perché si dovrebbe puntare a ridurre in primo luogo il deficit e il debito).

No tax area più ampia

La soluzione in cantiere ipotizza l’innalzamento della no tax area intorno ai 10mila euro, la conferma dell’aliquota più bassa del 23% per i redditi fino a 15mila euro come è oggi, la riduzione della successiva aliquota dal 27 al 25% per i redditi fino a 35mila euro, la riduzione dell’attuale terza aliquota dal 38 al 34% per i redditi fino a 55mila euro, l’eliminazione dell’aliquota del 41% e la conferma di quella finale del 43% da 55mila a crescere. Come corollario si prevede una revisione delle detrazioni con cui si riassorbirebbe anche il bonus Irpef da 100 euro, introdotto da Renzi e poi ampliato.

Irap 

Sull’Irap si attendono ulteriori simulazioni. Al momento restano privilegiate le opzioni che aboliscono la tassa per le Pmi. Ma i partiti non abbandonano i loro cavalli di battaglia: la Lega di Matteo Salvini chiede l’azzeramento dell’Irap per partite Iva e lavoratori autonomi, mentre il Movimento 5 Stelle insiste su un regime agevolato di uscita dalla flat tax per chi supera le attuali soglie di fatturato (easy tax) e l’accredito diretto su conto corrente della parte detraibile di alcune spese sostenute con meccanismi digitali (cashback fiscale), perché per quello generalizzato Franco ha confermato il no.