Giovedì 25 Aprile 2024

"Venderemo Mps Ma il ritardo avrà un costo"

Il dg Rivera: "L’uscita del Tesoro è inevitabile". Ora Bruxelles chiede più tagli e garanzie

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di Pino Di Blasio

Non ha mai parlato così tanto Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro, principale protagonista della trattativa con UniCredit per la vendita di Banca Monte dei Paschi. Il ministero dell’Economia è costretto a rivedere i suoi programmi ma non cambia l’obiettivo finale: la privatizzazione di Mps. "Una permanenza sine die dello Stato nel capitale non è uno scenario ipotizzabile alla luce degli impegni assunti con la Ue col piano di ristrutturazione del 2017. Il governo sta già trattando una proroga di durata adeguata, anche se al momento non quantificabile, ma comunque con un lasso temporale sufficientemente lungo per porre in essere ulteriore azioni di rafforzamento della banca e migliorare le sue prospettive reddituali". Su questo punto Rivera, davanti alle Commissioni Finanze di Camera e Senato, esprime "cauto ottimismo" alla luce dei risultati conseguiti nella ristrutturazione di Mps e dell’impegno profuso dal governo nella vendita del 64%.

Non sarà una proroga gratuita, lo ammette anche il dg del Tesoro. "Dovrà essere accompagnata da misure compensative" con cui pagare il prolungamento del capitale in mano allo Stato e il mancato conseguimenti di alcuni obiettivi del piano, a cominciare dal rapporto tra costi e ricavi, che doveva scendere al 50,6% nel 2021 e invece è ancora poco sotto il 75%.

"Mps dovrà definire un nuovo piano che sia all’altezza di questo traguardo, che sia solido e credibile" afferma Rivera. Quindi più esuberi rispetto ai 2.700 previsti nel piano della banca, che resteranno esodi volontari. Non ci sarà il cambio di vertice tra le misure compensative, "non mi risulta che ci siano discussioni in corso" è la smentita del dg sulle indiscrezioni dell’uscita dell’ad Guido Bastianini. "Sarebbe davvero un’ottima notizia se l’utile 2021 fosse poco inferiore al miliardo di euro" dice Rivera.

Si scoprirà domani, quando l’ad Bastianini e il cfo Sica presenteranno i conti del terzo trimestre. Mentre al futuro pensa il Governo. "Lavoriamo a una soluzione di mercato, se non c’è aiuto di Stato non c’è rischio di burden sharing", ha puntalizzato Rivera. Che ha ribadito la necessità di un aumento di capitale "anche se è presto per quantificarlo". E ha escluso l’idea di un terzo polo pubblico con Bari e Genova: "Siamo in Mps in virtù di un aiuto di stato che deve essere temporaneo, siamo vincolati ad uscire. L’Italia ha già una banca nazionale, è Cdp".

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