Veganuary 2023, come si muove il mercato vegan (anche in Italia)

Nel 2020 valeva 23,3 miliardi di dollari a livello mondiale, 26,2 miliardi il giro d'affari nel 2021. L'economia basata sulle proteine vegetali ha raggiunto "il centro del piatto"

Un manifesto di Veganuary a Londra nel 2019 (Archivio)

Un manifesto di Veganuary a Londra nel 2019 (Archivio)

Mangiare vegano è più semplice di quanto sembri: provare per credere. Questa è la filosofia del Veganuary, il più grande evento vegano del mondo, che ispira le persone a provare un’alimentazione vegetale nel mese di gennaio, con ricette e consigli completamente gratuiti. Per tanti ormai è diventato un appuntamento fisso, soprattutto in Italia. Basti pensare che l'anno scorso Milano si è classificata come terza città al mondo con più partecipanti dopo Santiago e Londra.

Nei 10 anni dal lancio, Veganuary ha registrato una crescita esponenziale delle persone che hanno deciso, per sostenibilità o compassione, di ridurre o eliminare per almeno un mese all’anno carne, pesce e derivati animali.

Partito da poche migliaia di aderenti nel 2014 per iniziativa di una coppia di britannici, Jane Land e Matthew Glover, a gennaio 2022 gli aderenti sono saliti a 629.351 e a breve s'intravvede il traguardo di un milione.

A partire dal 2020 c'è anche una versione italiana, con il sito veganuary.it, lanciata dall'associazione bolognese Essere Animali. “Sono risultati che indicano quanto si stia diffondendo sempre più la consapevolezza dell’importanza di scegliere un’alimentazione a base vegetale: sappiamo infatti che si tratta di uno stile di vita molto più sostenibile per il pianeta e per gli animali”, commenta Brenda Ferretti, Campaigns Manager di Essere Animali.

“La siccità, il crollo della Marmolada e tanti altri eventi estremi ci hanno mostrato quest’anno quanto la crisi climatica sia già qui e anche quello che scegliamo di mettere ogni giorno nel piatto può fare la differenza per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra”, aggiunge.

La conferma di un interesse crescente per questo tema in Italia viene anche da un'indagine di Uber Eats. “Durante lo scorso anno sono aumentati del 23% i ristoranti che propongono opzioni plant-based sull’app”, dicono da Uber Eats. Più nello specifico, a Milano i quartieri con la più alta proposta di pietanze vegetali sono Centrale, Porta Venezia e Brera, a Napoli le zone di Arenella, Piedigrotta e Vomero, a Roma la zona del Colosseo, Trastevere e Termini. Sullo stile di vita vegano si sono concentrate anche moltissime aziende, attratte dalla popolarità del movimento, che raccoglie moltissime star, a partire da esponenti storici del veganesimo come Paul McCartney fino a Joaquin Phoenix, Jessica Chastain o Natalie Portman.

L'economia basata sulle proteine vegetali, in alternativa alla carne e ai prodotti animali, ha raggiunto dunque il “centro del piatto”. La dimensione globale del mercato alimentare vegano era di 23,3 miliardi di dollari nel 2020 e di 26,2 miliardi di dollari nel 2021, in base a uno studio di Fortune Business Insights, fra i più prudenti in materia. E si prevede che triplicherà a 61,3 miliardi di dollari nel 2028 (ma c'è anche chi prevede una crescita doppia).

“L'impatto globale del Covid-19 è stato sbalorditivo, facendo crescere la domanda in tutte le regioni del mondo durante la pandemia”, spiega lo studio. “La salute e il benessere sono diventati i due fattori cruciali che hanno contribuito al cambiamento nei modelli di acquisto, provocando un aumento delle vendite di prodotti vegani nel mercato globale. Inoltre, nel periodo pandemico sono cresciute le piattaforme di e-commerce per la vendita di prodotti alimentari e i servizi di consegna hanno visto un'impennata nelle ordinazioni di cibo vegano, a causa dell'elevato numero di adozioni di uno stile di vita sano mentre si lavora da casa”, precisa lo studio di Fortune Business Insights.

“L'adozione di una dieta vegana aiuta a ridurre il peso e riduce la possibilità di malattie cardiovascolari. Uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association afferma che le persone che adottano uno stile di vita vegano hanno un'aspettativa di vita maggiore rispetto a coloro che adottano una dieta a base di carne. Poiché una dieta a base vegana è ricca di fibre, la sua adozione aiuta anche a migliorare il metabolismo. Pertanto, la domanda di una dieta vegana aumenta tra i consumatori attenti alla salute”, sostiene lo studio.

Un altro fattore importante è una maggiore consapevolezza delle pratiche crudeli adottate dall'industria della carne e del suo impatto sulla crisi del clima: “I consumatori stanno diventando più consapevoli della crudeltà sugli animali e degli impatti ambientali negativi causati dal consumo di carne animale e di latticini, che generano circa il 60% delle emissioni di gas serra dall'agricoltura”. Da qui, le stime di una forte crescita del mercato nei prossimi anni.

“Si prevede che continui una forte crescita della domanda di sostituti della carne e prodotti lattiero-caseari alternativi da parte dei consumatori. I prodotti non caseari a base di soia, avena, cocco e mandorle stanno diventando sempre più popolari e la crescente penetrazione dei prodotti vegani tra la popolazione più giovane contribuisce allo sviluppo del mercato. Questo fattore ha spinto le aziende a innovare e lanciare nuovi prodotti, per conquistare nuovi clienti e fornire esperienze uniche agli utenti”.

Lo sviluppo di questo mercato ha attratto perfino l'attenzione della Harvard Business School, che ha lanciato quest'anno un nuovo corso completamente dedicato a questo settore, intitolato “Opportunities in the Plant-Based Economy”.

 

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