UniCredit-Mps La trattativa entra nel vivo

Il 10 settembre scade il termine per l’accordo. Ma la due diligence sull’istituto non è conclusa

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di Pino Di Blasio

I 40 giorni della trattativa in esclusiva scadranno il 10 settembre, la task force di UniCredit, guidata da Andrea Maffezzoni, è entrata nella data room del Monte il 3 agosto. L’ad dell’UniTower, Andrea Orcel, è noto per i suoi blitz nel campo delle fusioni e acquisizioni. Ma non c’è tutta questa fretta di chiudere la due diligence su Mps, l’esame dei conti e delle possibili sorprese nei bilanci entro agosto. La trattativa aperta tra UniCredit e Ministero dell’Economia, che ha in cassaforte il 64% del Monte, è ancora agli inizi. I giocatori al tavolo hanno scoperto qualche carta. E il New York Times in un lungo reportage, ha titolato "la banca più antica del mondo potrebbe avere i giorni contati". Prima Orcel ha parlato di "definizione del perimetro selezionato di attività commerciali di Mps" piantando due paletti inamovibili: niente crediti deteriorati (Rocca Salimbeni ne ha 4,4 miliardi di euro a bilancio), né rischi legali straordinari (dopo l’accordo con la Fondazione, le richieste di risarcimento sono meno di 6 miliardi). UniCredit è interessata ai 3,9 milioni di clienti del Monte, agli 80 miliardi di crediti alla clientela e 87 miliardi di depositi, oltre agli sportelli nel Centro-Nord, dove si trova il 77% della rete del gruppo senese, che conta 1.418 filiali.

Dall’altra parte del tavolo, il ministro dell’Economia Daniele Franco. Che in Parlamento ha posto le condizioni per un accordo "che non sarà firmato a tutti i costi". Tutela del marchio Mps, gestione degli esuberi senza tagli indiscriminati, salvaguardia del rapporto con il territorio, partecipazione del Mef in UniCredit, "senza alterare gli equilibri di governance". Il Governo vorrebbe che Orcel si prendesse tutto il Monte e poi cedesse gli sportelli del Sud, circa 200, al MedioCredito Centrale, per poter usare i 2,2 miliardi di sconti fiscali e dare un senso a una ricapitalizzazione da 2,5 miliardi. Il marchio Mps dovrebbe restare sulle centinaia di sportelli nell’Italia di mezzo, Siena sarebbe sede della direzione di una banca territoriale. I piani UniCredit sono più netti, l’unica partecipata Mps che interessa è Widiba, la banca online. Sul marchio ci sono resistenze, sul fronte esuberi si ragiona su meno di 6mila dipendenti Mps (su 21.400) da prepensionare. Sarà l’ex capo delle risorse umane Mps, Ilaria Dalla Riva, a gestire il dossier.