
Da cdm via libera condizionato Ops Unicredit su Banco Bpm
Roma, 18 aprile 2025 – Come era nella previsioni, arriva il via libera condizionato del Consiglio dei ministri all’offerta libera di scambio (Ops) lanciata da Unicredit su Banco-Bpm.
A quanto si apprende da fonti di Forza Italia, la delegazione azzurra in Cdm ha fatto mettere a "verbale le grosse riserve sulla base giuridica del golden power per l'ops di UniCredit su Bpm".
Le condizioni del Governo
Oltre al nodo golden power, le prescrizioni del Cdm riguarderebbero le sedi e il perimetro dell'eventuale cessione di sportelli, mentre sarebbero più sfumate le possibilità di un intervento anche sul personale e sugli equilibri della governance.
Altro tema centrale, secondo indiscrezioni, sarebbe quello relativo alla presenza di Unicredit in Russia. In realtà la banca da quando è iniziata la guerra, con le relative sanzioni a Mosca, avrebbe già ridotto di molto le attività ma non sarebbe completamente uscita facendo anche ricorso alla Corte di Giustizia contro le sollecitazioni della Bce. Ora però la richiesta sarebbe quella di uscire dal Paese al più presto.
Il nodo Commerzbank
Nel corso degli incontri tra i dirigenti di Unicredit e i tecnici del comitato di Palazzo Chigi era stato approfondito anche il tema della partecipazione del gruppo di Piazza Gae Aulenti nella tedesca Commerzbank. La banca guidata da Andrea Orcel ha una quota del 28%, il 18,5 in derivati, e ha ottenuto l'autorizzazione dalla Bce a salire fino al 29,9%. Il tema di Commerzbank è stato affrontato per il timore che, in caso di una futura aggregazione, il cuore pulsante del gruppo possa spostarsi verso Berlino. Una circostanza che però è stata smentita più volte con forza dalla stessa Unicredit. L'acquisizione di Banco Bpm, inoltre, consentirebbe proprio di rafforzare la presenza in Italia del gruppo guidato da Orcel.
Il fattore Credit Agricole
Oltre al golden power Orcel deve fare i conti anche con la posizione, non troppo amichevole, di Credit Agricole, salita al 19,8% di Bpm con la conversione dei suoi derivati. Con la banca francese si aprirà sicuramente un confronto il cui esito potrebbe avere tra i punti di caduta il rinnovo dell'accordo di distribuzione che Amundi ha con Unicredit, in scadenza nel 2027.
I tempi dell’Ops
Intanto non cambia la tempistica dell'offerta pubblica di scambio che partirà il 28 aprile per concludersi il 23 giugno. La settimana prossima, inoltre, è attesa anche la risposta di Bpm che ha già peraltro respinto le avance di Unicredit. L'offerta è soggetta a condizioni che consentirebbero alla banca guidata da Andrea Orcel di ritirarsi dall'operazione dopo che l'istituto di Giuseppe Castagna ha completato l'Opa su Anima, con il prezzo alzato a 7 euro e la rinuncia ai benefici patrimoniali del 'Danish Compromise'. Ogni decisione finale sarà comunque possibile fino al 30 giugno.
S&P migliora l’outlook di Unicredit e Bpm
In un simile contesto oggi Standard & Poor’s ha affermato che il rating di Unicredit può superare di un gradino quello italiano. L’agenzia, che ha alzato il rating di UniCredit a 'Bbb+', a seguito del miglioramento del rating sovrano, migliora la prospettiva da 'stabile' a 'positiva'. In questo modo, secondo S&P, la banca è idonea a essere valutata al di sopra dell'Italia. Un possibile ulteriore miglioramento che "dipenderà anche dalla configurazione finale della banca e dal suo bilancio in seguito all'esito delle potenziali transazioni con Banco Bpm e Commerzbank". Unicredit inoltre ha accumulato riserve per supportare gli obbligazionisti senior e ha un potenziale miglioramento sul suo rating autonomo (standalone), data la "maggiore diversificazione geografica rispetto ai suoi concorrenti"
L’agenzia ha anche migliorato l'Outlook di Banco Bpm da stabile a positivo, confermando l'Issuer Credit Rating di lungo termine a "BBB" e quello di breve termine a "A-2".