Un anno in più per tornare all’economia pre-Covid

Scenario da brividi in Italia con la guerra in Ucraina

Riviste al ribasso le stime del Pil  (Ansa)

Riviste al ribasso le stime del Pil (Ansa)

Nessuno sa quanto durerà il conflitto in Ucraina e quali saranno gli esiti. Ma sappiamo già quali sono i suoi effetti sull’economia e soprattutto sull’Italia, il secondo Paese più industrializzato d’Europa ma anche il più dipendente (insieme con la Germania) dal gas russo. La radiografia sullo stato di salute del nostro Paese scattata dall’Ufficio studi della Confcommercio ci restituisce uno scenario da brividi. Tanto per cominciare, sono riviste al ribasso le stime sul Pil del Documento di Economia e Finanza del governo, che già erano state abbondantemente ritoccate all’ingiù nella sua ultima versione. Il 3,1% messo nero su bianco dal ministero dell’Economia sarebbe, ora, letteralmente un miracolo.

L’associazione dei commercianti prevede una crescita non superiore al 2,1% nel 2022 e al 2,3 nel 2023. Il che significa allungare di almeno 12 mesi il ritorno dell’economia ai livelli pre Covid. Non bisogna neanche farsi troppe illusioni passeggiando davanti alle vetrine dei bar e dei ristoranti tornati ad affollarsi di clienti. Una cosa è la voglia di spendere, esplosa dopo i lockdown, un’altra la propensione ai consumi, che resta ancora piatta. Chi si aspettava un effetto-rimbalzo, alimentato dai 120-130 miliardi di risparmi accumulati dagli italiani durante la lunga stagione delle città chiuse per Covid, resterà deluso. Gran parte della cifra (90-100 miliardi) sarà erosa dall’inflazione e dal caro energia. La restante quota resterà nei cassetti per prepararsi al peggio.

Insomma, c’è poco da fare, siamo entrati in un’economia di guerra, dove perfino la parola "recessione" non è più un tabù. L’indagine Confcommercio ha fatto suonare un allarme. Ora tocca al governo raccoglierlo e mettere in campo gli interventi più opportuni.