
Tim batte le stime, nel terzo trimestre ricavi +2,2%
Tim ha superato le stime degli analisti e ha chiuso il terzo trimestre con ricavi ed EBITDA in crescita; il risultato finale è ancora in rosso ma la perdita si è alleggerita a 311 milioni di euro e soprattutto l'Italia ha mostrato segnali di miglioramento anche nel settore Consumer, che l'amministratore delegato Pietro Labriola sta cercando di portare al 'turnaround' con l'azione sui prezzi, i cui ricavi ed EBITDA sono cresciuti per il secondo trimestre consecutivo (rispettivamente a 3 miliardi +2,2% e a 1,1 miliardi +3,6%). I conti, che domani verranno presentati in conference call alla comunità finanziaria, sono stati esaminati dal Consiglio di Amministrazione che, dopo la maratona del week end, si è riunito di nuovo e questa volta ha parlato solo di business. I ricavi totali sono aumentati del 3,7% a 4,1 miliardi e l'EBITDA di gruppo del 6,5% a 1,7 miliardi, "pienamente in linea con i target 2023". I ricavi da servizi sono cresciuti dell'1,7%, con la componente domestica che si sta stabilizzando (-0,6%). Nel corso del trimestre, Tim ha proseguito le azioni di contenimento dei costi volte ad aumentare il livello di efficienza strutturale della Business Unit Domestic; il piano aveva un target di riduzione dei costi di 1,5 miliardi entro il 2024 e al 30 settembre, la riduzione è stata pari a circa 0,6 miliardi, il 77% del target fissato per il 2023. L'indebitamento finanziario netto after lease al 30 settembre si attesta a 21,2 miliardi (+0,4 miliardi rispetto a giugno) e l'indebitamento finanziario netto è pari a 26,3 miliardi, in aumento di 0,2 miliardi rispetto a giugno.
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