Le ipotesi di taglio ai tassi da parte della Fed e della Bce nel 2024 ha improvvisamente rotto l'idillio tra banche e la Borsa. Il tutto dopo aver raggiunto i massimi storici a seguito di risultati spinti proprio dal rialzo dei tassi e smarcata la tassa sugli extraprofitti annunciata dal governo Meloni lo scorso 7 agosto. Nelle ultime sedute, in particolare dopo la previsione della Fed dello scorso 13 dicembre di tagliare i tassi per 75 punti base nel 2024, i titoli del comparto hanno iniziato a segnare il passo. Prima fra tutte Unicredit, che in sole 3 sedute ha lasciato sul campo oltre il 5%., dopo aver toccato recentemente nuovi massimi storici. Soltanto lo scorso 6 dicembre il titolo svettava a quota 25,56 euro, per scendere sotto la soglia dei 25 euro lo scorso 13 dicembre e scivolare a 23,85 euro nell'ultima seduta della settimana di venerdì 15. Minore l'effetto su Intesa, che era sui massimi a 2,92 euro il 10 febbraio del 2022, per precipitare con l'attacco russo dell'Ucraina e ritrovare quota 2,7 euro solo lo scorso 6 dicembre. Il titolo ha ceduto il 2,23% il 14 dicembre per risalire poi dello 0,5% circa venerdì. Più marcata la reazione di Banco Bpm, che dal picco di 5,32 euro dello scorso 15 novembre ha perso oltre il 7% tra i 5,09 euro del 12 dicembre e i 4,73 euro di venerdì 15. Completano la lista Bper, che tra l'11 e il 15 dicembre ha lasciato sul campo quasi il 9,5% ed Mps, che nello stesso arco di tempo ha ceduto l'11,03%.
Giovedì 12 Settembre 2024
Ultima oraLe stime della Fed sui tassi frenano le banche in Piazza Affari