Nel 2022 le esportazioni italiane di macchinari per l'industria alimentare hanno superato il valore di 4,1 miliardi di euro, proseguendo nella loro dinamica di crescita (+8,1% rispetto al 2021 e +16,4% il 2021 sul 2020). L'Italia è il primo esportatore mondiale, con una quota del 14,9% , davanti a Germania (quota del 14,6% e 4,1 miliardi di export) e Cina (quota dell'11,1% e beni esportati per 3,1 miliardi); seguono quindi Paesi Bassi e Stati Uniti (rispettivamente 9,6% e 8,4% e sotto i 3 miliardi di export per entrambi). Sono i dati di un focus Sace realizzato in vista di Cibus Tech. Il primato, si legge, è reso possibile da svariati fattori tra cui, ad esempio, gli elevati standard di qualità del mercato domestico del food che richiedono una forte specializzazione - e personalizzazione - dei macchinari. Il comparto di maggior peso (oltre i 2 miliardi, in costante crescita negli ultimi anni) è quello degli altri macchinari alimentari, dove si annoverano i macchinari per la preparazione dei prodotti di panetteria e della pasta, per la preparazione della frutta e verdura o della carne o di altri prodotti alimentari e dove l'Italia vanta una posizione di eccellenza, seconda dietro alla sola Germania (14,5% la quota italiana rispetto al 16,2% di quella tedesca). Il secondo comparto per rilevanza è quello degli apparecchi e per la preparazione di bevande e cibi caldi dove l'Italia risulta essere il primo esportatore, davanti alla Germania (1,3 mld e 20% contro 1 mld e 16,6%, rispettivamente export e quota di mercato) e staccando Stati Uniti, Svizzera e Cina (quote comprese tra il 13% e il 10%). Il settore è altresì caratterizzato da diversi comparti di nicchia dove l'Italia registra svariati primati: dai forni per panetteria e pasticceria (con una quota pari quasi a un quarto del totale) agli essiccatori per prodotti agricoli (21%) così come a presse e torchi per la fabbricazione di vino e altre bevande (20%).
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