Borsa, Asia in rosso per Fed e Cina

Le preoccupazioni per la Fed e la deflazione in Cina pesano sui mercati asiatici e europei, con future che segnalano un avvio negativo. I dati sull'inflazione USA riaccesi i timori di un rialzo dei tassi. Petrolio in rialzo, gas in calo ma sopra i 50 euro al MWh.

Borsa: l'Asia in rosso con i timori sulla Fed e la Cina
Borsa: l'Asia in rosso con i timori sulla Fed e la Cina
Le preoccupazioni per le mosse della Fed, i segnali di deflazione in Cina e il calo di import ed export, stanno pesando sulle Borse asiatiche, che aprono tutte in rosso. Tokyo cede dello 0,5%, Shanghai dello 0,7%, Shenzhen dello 0,8%, Sydney dello 0,6%, mentre Seul e Hong Kong soffrono di più, con cali rispettivamente dell'1,5% e del 2,3%. Ieri i dati sull'inflazione americana, ferma al 3,7%, hanno riacceso i timori per un nuovo rialzo dei tassi prima della fine dell'anno. Nella notte i prezzi al consumo in Cina sono rimasti invariati anno su anno e quelli alla produzione sono scesi del 2,5%. I contratti swap hanno aumentato le probabilità di un'altra stretta di 25 punti base negli Stati Uniti, dove oggi Jp Morgan, Citigroup, Blackrock e Wells Fargo apriranno la stagione delle trimestrali. I future su Wall Street sono al momento poco mossi. I Treasury, che ieri sono balzati sopra il 4,7%, in mattinata quotano attorno al 4,65%. Le indiscrezioni, riportate da Bloomberg, circa il possibile varo di un fondo statale cinese con il compito di stabilizzare il mercato azionario, non hanno aiutato i mercati a riacquistare fiducia. Sul fronte energetico, intanto, il petrolio sta tornando a salire, con il Wti che guadagna lo 0,9% a 83,82 dollari al barile, mentre il gas, dopo il rally di ieri, cede il 2,7% ad Asterdam, mantenendosi comunque sopra i 50 euro al megawattora. In Europa a metà mattinata sono attesi i dati sulla produzione industriale dell'eurozona, mentre dagli Stati Uniti nel pomeriggio arriverà l'indice dell'Università del Michigan. Sul fronte delle banche centrali, parleranno il membro del board della Bce, Joachim Nagel, e la presidente, Christine Lagarde.
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