Mercoledì 24 Aprile 2024

Ubi chiude con l’utile anche l’anno del Covid "Risultati eccellenti"

La banca registra nel 2020 profitti netti a 254,7 milioni, giù i crediti deteriorati. L’ad Miccichè: conti oltre le aspettative. Più finanziamenti a famiglie e imprese

Migration

di Achille Perego

Un utile dell’operatività corrente, prima delle imposte, di 435,2 milioni e un risultato netto di 254,7. Sono i risultati "eccellenti", come li definisce l’ad e dg Gaetano Miccichè, ottenuti da Ubi Banca nel 2020. Anno caratterizzato dalla pandemia ma anche dall’Opas sulla banca lombarda annunciata il 17 febbraio da Intesa Sanpaolo e conclusa con successo questa estate, che ha portato il gruppo guidato da Carlo Messina (che presenterà oggi i conti 2020) a diventare azionista al 100% di Ubi e che la integrerà in aprile mentre questo mese si perfezionerà la cessione di oltre 500 filiali a Bper. Il risultato netto di 254,7 milioni (nel 2019 senza Covid era di 323 milioni mentre il 2020 sconta anche 35 milioni di costi collegati all’Opas e 13 di maggiori contributi sistemici), non include gli oneri straordinari (3,8 miliardi) per l’integrazione in Intesa, contabilizzati negli ultimi due trimestri e per i quali il 2020 ha registrato una perdita netta di 3,503 miliardi.

Il risultato della gestione è "di ampia soddisfazione in considerazione della situazione congiunturale" e conseguito grazie alla "resilienza della rete distributiva". "La capacità di garantire supporto ai nostri clienti e alle loro esigenze e l’impegno finalizzato ad assicurare continuità del servizio", sottolinea Miccichè, ha consentito "di registrare un andamento della gestione assolutamente positivo. Tengo a esprimere la mia assoluta soddisfazione per gli eccellenti risultati raggiunti, anche superiori alle aspettative, in un contesto di straordinaria emergenza pandemica e di forte focalizzazione sul progetto di integrazione con Intesa Sanpaolo. Ciò si è realizzato grazie alla solidità degli asset e delle competenze presenti in Ubi che, al termine del processo in corso, saranno in grado di esprimere ancor meglio le proprie potenzialità, a dimostrazione della lungimiranza dell’operazione voluta e realizzata da Intesa Sanpaolo e dal suo ceo".

Confermandosi banca dei territori vicina a famiglie e imprese, le nuove erogazioni di crediti a medio e lungo termine sono salite, includendo i "finanziamenti Covid", a 17,7 miliardi (+67,6%) e i collocamenti di risparmio gestito del 2,3% a 7,3 miliardi. Al 31 dicembre erano in essere circa 29mila moratorie per circa 5 miliardi. Se i ricavi hanno subito un lieve calo (-1,2% a 3,6 miliardi) le commissioni nette sono cresciute dell’1,9% a 1,7 miliardi. In crescita anche la raccolta diretta (a 82,3 miliardi) mentre i crediti deteriorati netti sono scesi da 4,2 a 3,3 e gli indici patrimoniali mostrano un total capital ratio al 14,39%.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro