ArchiveTwitter, l'era Musk parte in salita. E Tesla brucia 110 miliardi in Borsa

Twitter, l'era Musk parte in salita. E Tesla brucia 110 miliardi in Borsa

Crollo a Wall Street. Il commissario europeo Breton lo minaccia: "Con il social segui le regole o scatta il bando"

Elon Musk non ha ancora messo giù i 44 miliardi pattuiti per lacquisto di Twitter che è già ai ferri corti con la Commissione Ue. Da Bruxelles piovono minacce di sanzioni e perfino di "messa al bando", per bocca del commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton, che in un’intervista al Financial Times ammonisce: "Accogliamo favorevolmente tutti, siamo aperti, ma alle nostre condizioni. E a Musk diciamo: Elon queste sono le regole, sei il benvenuto, ma le regole che valgono qui non sono le tue regole". La Commissione Ue, infatti, ha da poco varato nuove regole che costringeranno i giganti tecnologici e digitali a filtrare in maniera più aggressiva i contenuti online, mentre il vulcanico industriale punta tutto sulla libera espressione, che considera "la spina dorsale del funzionamento della democrazia", e appare più che mai intenzionato ad allentare i meccanismi di controllo e moderazione dei contenuti sul social network.

La copertina di Time sull’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk
La copertina di Time sull’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk

Ma Breton su questo punto è molto chiaro: se il social network non si adeguerà al nuovo Digital Service Act "ci sono sanzioni fino al 6% dei ricavi e in caso di recidiva c’è la messa al bando dall’Europa". Lo sbarco di Musk su Twitter non preoccupa solo Bruxelles: anche il governo britannico ha lanciato un monito affinché gli utenti del social (e la loro sicurezza) restino protetti. "È troppo presto per dire se vi saranno cambiamenti nel modo in cui Twitter opera, ma a prescindere da chi ne sia proprietario tutti i social media devono essere responsabili nella tutela degli utenti", ha detto un portavoce di Downing Street.

Cambiamenti nel modello del social network ci saranno di sicuro, visto il conflitto permanente fra Musk e la gestione precedente. Il patron di Tesla (che ieri ha perso il 12,18% a Wall Street bruciando 110 miliardi proprio in relazione all’acquisizione del nuovo giocattolino) ha già sostenuto di non voler usare Twitter come nuova fonte di guadagno, ma semplicemente come "ritorno alla civiltà" dal punto di vista della libertà di espressione (e sull’onda di questa affermazione anche Twitter ieri ha perso il 3,6% in Borsa).

La prima sfida verterà sull’ex presidente americano Donald Trump: dopo gli eventi del 6 gennaio, con l’insurrezione a Capitol Hill, la riammissione di Trump su Twitter sarebbe molto opinabile, ma proprio sulla sua figura si potrà capire la direzione che vorrà prendere Musk, se strettamente coerente con i suoi principi o più realista. Un’altra sfida è posta dalla censura: Musk deve decidere se applicarla o rimuoverla del tutto anche nel caso di attività terroristiche, di disinformazione operata da governi autoritari e da gruppi no-vax o di condivisione di opinioni e comportamenti controversi o illegali. Il primo segno concreto della nuova gestione potrebbe essere l’introduzione del tanto discusso tasto "edit", per la modifica a posteriori dei tweet già pubblicati, pur con le specifiche che l’imprenditore sudafricano aveva già pubblicamente evidenziato.

In un suo sondaggio sulla piattaforma, il 73% dei suoi follower si era dichiarato a favore. Fino a ora, la funzionalità era stata messa da parte per una sola ragione: le modifiche, come ha più volte ripetuto il fondatore Jack Dorsey, avrebbero potuto inquinare la discussione pubblica. Visto l’atteggiamento più disinvolto di Musk, ora Twitter potrebbe cambiare idea. A dispetto di ogni perplessità, comunque, un chiaro segnale di approvazione è arrivato proprio da Dorsey, che ha prontamente benedetto l’acquisto della società da parte di Musk.