Venerdì 11 Ottobre 2024
FRUZSINA SZIKSZAI
Economia

Colpo di scena: la tv resiste allo streaming

Per la prima volta nelle case italiane le smart Tv hanno superato i televisori tradizionali

Roma, 20 novembre 2023 – La televisione lineare regge ancora: lo confermano gli ultimi dati disponibili dell’Auditel, dai quali emerge che gli ascolti “non riconosciuti” sono rimasti piatti nell’ultimo anno.

Televisori e smart tv (ImagoE)
Televisori e smart tv (ImagoE)

Secondo il sesto rapporto Auditel-Censis, per la prima volta nella storia le Smart TV hanno sorpassato i dispositivi tradizionali: oggi nelle case degli italiani ci sono complessivamente 21 milioni di Smart TV e 20 milioni e mezzo di televisori tradizionali.

Nonostante ciò, l’utilizzo delle piattaforme di streaming su questi strumenti non è cresciuto negli ultimi 12 mesi, mentre il calo di spettatori dei canali tv rimane sotto l’1%.

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Occorre sottolineare, tuttavia, che questi dati non tengono conto degli utenti che utilizzano le piattaforme di streaming sui dispositivi mobili come smartphone, tablet o portatili. Infatti, i device connessi continuano a crescere: sono 97 milioni e 300mila (+31,7% negli ultimi 6 anni e +4,4% nell’ultimo anno), con una media di quattro schermi connessi per abitazione, si legge nel report. I dispositivi più utilizzati dalla popolazione sono ancora gli smartphone, che nel 2023 sono 50 milioni e 600mila in Italia.

Ma nel frattempo anche i canali tradizionali cercano di stare al passo con le proprie piattaforme on-demand come RaiPlay o Mediaset Infinity. In effetti, quel che le reti perdono sull’ascolto lineare (circa 75mila spettatori nell’intero giorno), lo recuperano con lo streaming (68mila spettatori medi), secondo quanto riporta il Corriere della Sera.

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Quel che sembra evidente, sottolinea Francesco Siliato, media analyst dello Studio Frasi citato dal Sole 24 Ore, “è il fatto che crisi e guerre preoccupano e hanno inciso sui limiti di spesa per sport e intrattenimento”. Molti tornano alla televisione gratuita, fenomeno che ha spinto anche “i broadcaster in streaming ad offerte scontate, quando non gratuite, anche qui smentendo chi narrava di magnifiche sorti e progressi della tv a pagamento”, ha aggiunto Siliato.

L’età media del “non riconosciuto” (categoria che raggruppa un insieme molto ampio e variegato di utilizzi del televisore, quindi non solo lo streaming, ma anche i videogiochi, ad esempio) è di 42 anni, mentre quella della televisione tradizionale è di 60 anni. Ma puntare solo sui giovani e ricchi “non è una scelta saggia – avverte Siliato –, poiché si tratta di persone con interessi variegati e possibilità diverse dal guardare la tv”.