Martedì 23 Aprile 2024

Tutti responsabili di un disastro annunciato

Giorgio

La Malfa

è una tabella nel Rapporto del ministro Fitto al Parlamento che permette di capire come stanno davvero le cose con il Pnrr, più o meno a metà del cammino 2020-2026. Si trova a pagina 87 e bisogna avere la pazienza di arrivarci. La tabella indica a quali categorie di spese sono destinati i 191 miliardi di euro del Pnrr, a che punto è la progettazione della spesa per ciascuna categoria e qual è al 31 dicembre 2022 la spesa effettuata. Dalla tabella si capisce che i soli meccanismi che funzionano sono quelli automatici che consistono in minore gettito fiscale, tipo i bonus per l’edilizia o gli incentivi fiscali per le imprese. Qui la spesa effettiva è alta, in un caso è addirittura maggiore dei progetti in essere. Il problema sono le opere pubbliche e gli acquisti di beni e servizi, che sono ferme a percentuali irrisorie fra il 2% e l’8%. E poiché a queste categorie di progetti sono attribuiti 143 su 191 miliardi di euro, cioè il 74% della spesa, ne risulta che nell’insieme quasi a metà del percorso del Pnrr l’Italia ha speso circa il 13%. Dunque, speso solo il 13% e progettato solo il 35%. Si potrà mai arrivare al 100% entro il 2026? Che cosa vuol dire tutto questo? Vuol dire che non ci si è preoccupati, al momento di lanciare la realizzazione del Pnrr, dei meccanismi che avrebbero assicurato la possibilità di spendere questi fondi. Ci si è affidati alle procedure ordinarie di progettazione e di spesa delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, delle regioni e dei comuni e queste non possono fare che quello che fanno, cioè poco e piano. Bisognava creare uno strumento apposito come fu, negli anni Cinquanta, la Cassa per il mezzogiorno che in quella prima fase funzionò. Ma la proposta avanzata per tempo non è stata presa in considerazione da alcuna forza politica di maggioranza o di opposizione. Per cui del disastro annunciato portano tutti la responsabilità.

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