"Troviamoci nei luoghi golosi e con i vini giusti" Cà del Bosco tende la mano alla ristorazione

La cantina leader di Franciacorta lancia una piattaforma per individuare i locali aperti

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L’idea è nata per supportare l’Horeca, "fiore all’occhiello del nostro Paese". Ca’ del Bosco, realtà leader nella produzione di Franciacorta, ha avviato ciò che può essere considerata a tutti gli effetti un’opera di altruismo: una piattaforma sul proprio sito internet aziendale (cadelbosco.comtroviamoci) che i consumatori possono utilizzare per localizzare quelli che il fondatore e presidente Maurizio Zanella definisce "luoghi golosi in cui trovare piatti d’alta cucina", anche abbinandoli ai vini ‘giusti’.

I ristoranti, appunto. Ed ecco che grazie a ‘Troviamoci’ è possibile individuare i locali aperti, così come quelli che offrono l’asporto o il delivery. Una guida virtuale realizzata con un database di circa 1.700 aziende clienti di Ca’ del Bosco, il cui artefice è il direttore commerciale dell’azienda Dante Bonacina.

Presidente Zanella, com’è nata l’idea di ‘Troviamoci’?

"Avvertivamo l’esigenza di fare qualcosa per gli estimatori dei nostri vini, ma anche per la ristorazione che è un settore trainante, tra i più colpiti dalla pandemia e lasciato solo dal Governo. La piattaforma consente di trovare ristoranti, enoteche, wine bar e gastronomie più vicini al proprio indirizzo con l’indicazione del servizio offerto. Proviamo a dare il nostro piccolo contributo, rafforzando il rapporto con i clienti".

Quale è stato il feedback?

"C’è chi ci ha ringraziato per l’impegno, le adesioni continuano ad arrivare. ‘Troviamoci’ rimarrà anche una volta passata questa fase così complessa".

A proposito, quanto ha pesato l’emergenza sanitaria sull’attività di Ca’ del Bosco?

"Occorre fare delle distinzioni tra comparti. Il lavoro prettamente agricolo non si è mai fermato ed è stato portato avanti quasi sempre a pieno organico. In cantina l’attività si è dimezzata, negli uffici è stato massiccio il ricorso allo smart working. La nota dolente è l’ospitalità, completamente ferma".

Quando si ripartirà con le visite in cantina?

"Il 10 giugno, ma è importante avere regole certe che al momento ancora non ci sono. Auspico che nelle prossime settimane ci vengano date queste certezze, anche perché le aspettative sono ottime. Siamo vicini a grandi città e questo vuol dire, per chi viene a visitarci, che non c’è necessità di dormire fuori con un risparmio economico. E siamo all’aria aperta, senza problemi di distanziamento. Per questi motivi può esserci un’impennata delle visite, compatibilmente con la capacità ricettiva".

Il business ha subito gli effetti dell’emergenza?

"Nel primo trimestre il giro d’affari è calato del 19%. Prevediamo, in caso di ritorno alla normalità a settembre, un calo tra il 27 e il 33% nel 2020. A pesare è il blocco dell’Horeca in tutto il mondo".

Si parla di crisi del vino: quale è la sua istantanea?

"Bisogna fare una distinzione: per quanto riguarda il prodotto di largo consumo c’è un problema di sovra-produzione, con necessità di agevolare lo svuotamento delle cantine. Nella fascia del prodotto nobile è colpito soprattutto chi realizza vini dal breve invecchiamento, non è il caso del Franciacorta. Il problema, comune alla maggior parte delle aziende, deriva dall’impegno finanziario per supportare i costi dell’agricoltura con flussi economici in entrata bloccati".

Qual’è la soluzione?

"Sono contrario all’assistenzialismo, non credo ai contributi a fondo perduto. In altri Paesi è stato previsto ed è già stato erogato un anticipo finanziario garantito dallo Stato per sostenere i costi: bisognava fare questo anche in Italia".

Il matrimonio tra vino e arte è da sempre un suo cavallo di battaglia. Come mai?

"L’arte è il mezzo per cui, negli anni Ottanta, ho cercato di avvicinare un mondo fatto di cultura al vino. Quest’ultimo era stato banalizzato, perché visto solo come commodity e non come prodotto nobile. Oggi la considerazione è cambiata".

Diverse sculture dominano Ca’ del Bosco.

"Entrambi stimolano l’occhio e coinvolgono i sensi. Le opere che esponiamo non sono comprate in gallerie, ma realizzate insieme agli artisti, da Arnaldo Pomodoro a Igor Mitoraj, anche in funzione della loro collocazione. Il matrimonio tra vino e arte è naturale: l’agricoltura è la madre nutrice di tutte le arti, diceva Socrate".

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