Giovedì 18 Aprile 2024

Trivelle, la Consulta sì al referendum

Al centro della consultazione la norma sulla durata delle autorizzazioni

Una protesta di Greepeace contro le trivelle in Adriatico (Ansa)

Una protesta di Greepeace contro le trivelle in Adriatico (Ansa)

Roma, 19 gennaio 2016 - La Corte Costituzionale ha detto sì al referendum sulle trivelle. Dei sei quesiti referendari inizialmente proposti da nove Consigli regionali (in un primo tempo le Regioni promotrici erano dieci, ma nei giorni scorsi l'Abruzzo ha scelto una diversa strategia e ha abbandonato la campagna referendaria), la Consulta ne ha dichiarato ammissibile, a seguito delle norme in materia introdotte con la legge di Stabilità, solo uno: quello sulla durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate. Questo stesso quesito, come in un primo momento anche gli altri cinque, era già stato dichiarato ammissibile dalla Corte di Cassazione. Ma dopo l'introduzione del divieto di trivellazioni entro le 12 miglia mare nella legge di Stabilità, la Cassazione ha dovuto nuovamente valutare i referendum, ritenendone ammissibile solo uno, il sesto, sulla norma che prevede che i permessi e le concessioni già rilasciate abbiano la "durata della vita utile del giacimento". Decisione condivisa anche dalla Corte Costituzionale nella seduta di oggi che ha autorizzato il referendum per l'abrogazione della norma.

Immediata la reazione del governo, che alla notizia ha subito risposto facendo sapere che starebbe studiando una modifica selettiva al decreto Sblocca Italia per introdurre un provvedimento che intervenga anche sulla durata delle trivellazioni, oggetto del referendum.

Nel corso della seduta di oggi, la Corte Costituzionale ha così dichiarato improcedibili le altre cinque richieste in materia di ricerca, prospezione e trivellazioni marine già dichiarate estinte dall'Ufficio centrale per il Referendum della Cassazione. Ammesso dunque solo l'unico quesito che l'Ufficio centrale per il Referendum aveva ritenuto legittimo sulla base della normativa sopravvenuta, ovvero la Legge di Stabilità 2016. Nella nuova formulazione il referendum è dunque incentrato sulla previsione che le concessioni petrolifere già rilasciate durino fino all'esaurimento dei giacimenti, in modo tale modo da prorogare di fatto - come rilevato dall'Ufficio centrale per il Referendum - i termini già previsti dalle concessioni stesse. La sentenza sarà depositata entro il 10 febbraio, come previsto dalla legge.

LE REAZIONI

Per il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: "Il presidente" Renzi "dev'essere contento perché quando il popolo irrompe sulla scena della democrazia, chi è iscritto al Partito democratico dev'essere contento per definizione"."La campagna referendaria contro le trivelle - ha poi aggiunto - comincia subito".

Le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club italiano e Wwf accolgono con entusiasmo il giudizio della Consulta, che "conferma l'inefficacia del tentativo del governo di scongiurare il referendum sulle trivelle": "La Corte Costituzionale oggi respinge di fatto i tentativi furbeschi messi in campo dal governo per eludere il merito della questione delle trivelle entro le 12 miglia e rimette al giudizio dei cittadini quei meccanismi legislativi truffaldini con cui si è aggirato sino ad oggi un divieto altrimenti chiaro, lasciando campo libero ai petrolieri fin sotto costa". La sentenza della Consulta che ha confermato il referendum sulle trivelle sul quesito già 'promosso' dalla Corte di Cassazione "dà lo spunto per rilanciare richieste chiare al Governo: rigetto immediato e definitivo di tutti i procedimenti ancora pendenti nell'area di interdizione delle 12 miglia dalla costa (a cominciare da Ombrina) e una moratoria di tutte le attività di trivellazione a mare e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale volto alla protezione del clima e rispettoso dei territori e dei mari italiani". La decisione della Corte Costituzionale, spiegano gli ambientalisti, "chiarisce come quanto disposto con gli emendamenti alla legge di Stabilità lo scorso dicembre, benché segni un dietro front radicale (e positivo) del governo, non risolva - sulla questione della fascia marina off limits - il conflitto sollevato dalle Regioni contro la strategia fossile del governo Renzi".

 

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