Toto vuole salutare i caselli e punta sull’eolico offshore

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IL GRUPPO TOTO – 1700 dipendenti, quasi un miliardo di giro d’affari – cambia pelle. Riceve infatti conferma la scelta della famiglia abruzzese, fin qui guidata da Carlo Toto (78 anni), di recedere dalla concessione delle autostrade A24-A25 (Roma-L’Aquila-Teramo) acquisita nel 2002 vincendo una gara europea. Quella di restituire al mittente la concessione – gesto clamoroso, perché sarebbe la prima volta in Italia – non è più un’opzione o, peggio, una minaccia, come taluno va dicendo. No, i Toto si sono stancati di attendere il piano economico-finanziario (Pef), scaduto nel 2013 e mai rinnovato – nonostante che in questi nove anni ne siano state predisposte una ventina di versioni girate tra le mani di molti ministri di diversi governi, e nonostante che per questo inadempimento il Consiglio di Stato abbia persino commissariato il ministero delle Infrastrutture – e la rescissione è una decisione assunta, seppur in modo sofferto, dalla quale i Toto non intendono assolutamente tornare indietro. Anche perché, nel frattempo è stata avviata con grande successo la diversificazione del portafoglio delle attività del gruppo, affidata alle nuove leve della famiglia Toto.

A Chieti, sede del gruppo, c’è la volontà di insistere su nuovi investimenti, in campi maggiormente suscettibili di sviluppo e meno frenati dagli ostacoli burocratici. Quali? Il primo è quello delle energie rinnovabili, un ambito nel quale da tempo i Toto hanno creato Renexia, guidata da Riccardo Toto, già attiva nella gestione del parco eolico più ambizioso degli Stati Uniti sulle coste del Maryland (750 MW di potenza con 187 turbine installate su 80.000 ettari). Attraverso la controllata USWind si è aggiudicata non solo nel Maryland, ma anche nel New Jersey e nel South Carolina, una serie di autorizzazioni per la realizzazione di parchi eolici offshore del valore di oltre 2 miliardi di dollari. Operazioni che hanno conquistato la fiducia del fondo Apollo, il quale, oltre a contribuire al finanziamento dei progetti, è diventato azionista al 20% della società americana. Ma Renexia è molto attiva anche in Italia. Recentemente ha inaugurato a Taranto il parco eolico offshore Beleolico (in alto a destra), 10 turbine in grado di generare circa 58 MWh annui, pari al fabbisogno di 60 mila persone, che consentirà una minore emissione in atmosfera di ben 730mila tonnellate di CO2. Si tratta del primo impianto offshore non solo italiano, ma dell’intero Mediterraneo.

E tuttavia piccola cosa rispetto al progetto Med Wind che i Toto hanno in animo di realizzare nel canale di Sicilia, a circa 60 km dalla costa al limite delle acque territoriali italiane: 190 turbine per un investimento complessivo di oltre 9 miliardi, in cui verrà utilizzata la tecnologia floating, un sistema che consente di posizionare potenti turbine eoliche galleggianti in mare aperto per avere una produzione energetica superiore, in ragione della forza e costanza dei venti, evitando ogni impatto di natura paesaggistica. Il secondo fronte su cui i Toto intendono costruire il loro futuro post concessione autostradale, è quello delle grandi infrastrutture, in cui possono sfruttare il loro know-how di costruttori (hanno la Toto Costruzioni Generali, in cui primeggia il primogenito di Carlo, Alfonso), grazie ad una ultradecennale esperienza che vanta molte realizzazioni, tra cui la Variante di valico con l’impiego di Martina, all’epoca la più grande e moderna fresa per lo scavo di gallerie. A Chieti intendono concentrarsi sulle opportunità offerte dai piani infrastrutturali previsti dal PNRR. Non ci sarà che l’imbarazzo della scelta. E pazienza per la Roma-L’Aquila, entrerà nell’album dei ricordi.