Tim, via libera al nuovo piano Cdp si fa avanti

Taglio del debito netto di 16,5 miliardi entro il 2021. Il presidente Gorno Tempini confermato nel board

Luigi Gubitosi

Luigi Gubitosi

di Elena Comelli

Via libera al nuovo piano dal cda di Tim, che prevede una riduzione del debito netto di 16,5 miliardi entro il 2021. Confermato anche l’ingresso del presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini, nella lista del board, che verrà presentata all’assemblea del 31 marzo per il rinnovo. Una mossa che fa fare un passo avanti in direzione della rete unica, dopo la decisione di Cdp di salire al 60% di Open Fiber. Con il sostegno del nuovo governo, appena insediato, Cdp consolida così la sua presenza nelle reti telefoniche in fibra del Paese e si pone nelle condizioni di avere un ruolo di primo piano nel caso in cui si decidesse di andare avanti con la rete unica, ovvero fondendo la rete primaria e secondaria di Telecom con quella di Open Fiber.

Si prepara così al nuovo triennio con un piano che vuole segnare una nuova discontinuità: ‘Beyond connectivity’, per non essere più solo un fornitore di connettività, ma anche di servizi televisivi, smarthome e security. A guidare questo percorso ci sarà ancora l’ad Luigi Gubitosi, che il cda ha riconfermato nella lista che potrà contare sul supporto sia di Vivendi (primo azionista al 24%) sia di Cdp (socia al 9,85%). Oltre a Gorno Tempini, all’attuale presidente Salvatore Rossi e all’ad Luigi Gubitosi, nella lista trova posto il rappresentante di Vivendi Arnaud De Puyfontaine. Confermati Paola Bonomo, Franck Cadoret, Marella Moretti e nuovi ingressi invece quelli di De Meo, Cristiana Falcone e Ilaria Romagnoli. Il board ha approvato i conti: Tim ha registrato nel 2020 ricavi consolidati a 15,8 miliardi, in calo del 12,1% sul 2019, e un ebitda organico a 7,1 iliardi (-5,9%). Confermata la politica dei dividendi: 1 cent per le azioni ordinarie, 2,75 cent per le azioni di risparmio.

Il cda di Cassa Depositi e Prestiti, nel frattempo, ha concluso gli ultimi passaggi per inviare oggi l’offerta vincolante per Autostrade del consorzio formato da Cdp e dai fondi Blackstone e Macquarie. La proposta dovrebbe essere vincolata all’approvazione del Piano economico finanziario (fermo al Mit dal 19 novembre) e fisserebbe il valore del gestore autostradale nella parte alta della forchetta di prezzo individuata dal consorzio (8,5-9,5 miliardi), intorno ai 9 miliardi al netto della manleva. Atlantia ha tre giorni per esaminarla in tutti i suoi aspetti, a partire dal nodo del prezzo, e metterla ai voti nel cda di venerdì.

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