Sabato 20 Aprile 2024

Tim, passo indietro dell’ad Gubitosi. "Rimetto le deleghe"

Oggi il cda decisivo, Vivendi vuole sfiduciare il manager "Spero di consentire un’analisi più serena dell’offerta di Kkr"

Luigi Gubitosi, 60 anni, ad di Tim dal 2018

Luigi Gubitosi, 60 anni, ad di Tim dal 2018

Luigi Gubitosi getta la spugna a poche ore dal cda straordinario di Tim, fissato per oggi. L’ad di Tim si è dichiarato pronto a fare un passo indietro in una lettera ai consiglieri: "Al fine di favorire il processo decisionale da parte del cda, metto a disposizione le deleghe che mi avete conferito, per vostra opportuna valutazione. Se questo passaggio consentirà una più serena e rapida valutazione dell’offerta non vincolante di Kkr, sarò contento", ha scritto il manager. È questo l’esito dello scontro con Vivendi, primo azionista di Tim, che ha messo Gubitosi nel mirino da diverse settimane e si preparava a sfiduciarlo nel cda di oggi, con il sostegno di undici consiglieri.

Gli azionisti francesi di Tim accusano il manager di aver sollecitato la proposta di Kkr e hanno portato lo scontro a un livello personale. Il consiglio farà le sue valutazioni, ma a questo punto tutto lascia pensare che il pressing dei francesi avrà la meglio. Nella sua lettera, Gubitosi segnala che lo scontro con Vivendi non può pregiudicare l’Opa di Kkr. E aggiunge: "Il destinatario di un’eventuale offerta, quindi, non è la società ma i soci che decideranno in autonomia come comportarsi". Gubitosi richiama quanto avvenuto il 21 novembre in consiglio. "L’idea, ventilata da alcuni consiglieri, di non inserire il prezzo nel comunicato stampa o di non precisare le condizioni poste da Kkr, dimostrano la totale mancanza di rispetto verso il mercato che non può appartenere alla cultura di Tim", è l’affondo. Poi, si toglie un sassolino: "Le non troppo velate accuse che mi sono state rivolte in relazione alla mia presunta vicinanza a Kkr, oltre ad essere false, non devono essere utilizzate strumentalmente per rallentare il processo di esame". Di qui il passo indietro: "Il nostro dovere è quello di tutelare gli interessi di tutti i nostri stakeholders, in particolare il mercato, di non privilegiare posizioni individuali e di agire nel rispetto rigoroso delle regole con rapidità per tutelare la stabilità della nostra società".

La mossa di Gubitosi non cambia il percorso già avviato: che Kkr riesca o meno nell’intento, trovando una sintesi difficile con Vivendi e le istituzioni, in ogni caso il rilancio dell’azienda passa comunque per una discontinuità nell’azionariato. Per questo a guidare i lavori di un consiglio che sta per assumersi importanti responsabilità in un’azienda strategica che dà lavoro a 45mila persone, serve un manager che goda della piena fiducia di tutti gli stakeholder. E Gubitosi, che guida Tim dal novembre del 2018, ha perso la fiducia del suo primo azionista, quindi la situazione si fa ancora più ingarbugliata. Quale che sia la governance futura che il cda deciderà di adottare oggi, il consiglio dovrà anche tracciare la strategia e nominare gli advisor, finanziari e strategici, per rispondere a Kkr e gestire i prossimi mesi, che si presentato complessi.