
Arriva il momento delle decisioni per lo scorporo della rete Tim. Ieri, nel primo pomeriggio, è partita la maratona di riunioni del Cda per esaminare l’offerta vincolante presentata da Kkr e dal ministero dell’Economia per l’acquisto dell’infrastruttura di rete. Un’operazione epocale, con un valore vicino ai 23 miliardi tra parte cash e debito lordo che passerebbe sulle spalle degli acquirenti. La decisione definiva sarà resa nota solo domani, prima dell’apertura dei mercati, quando ci sarà una seconda riunione del board. Mentre per il closing occorrerà attendere ancora qualche mese, dopo le valutazioni dell’Antitrust e del governo, che può esercitare il golden power.
Kkr ha dalla sua parte il Mef, che dovrebbe sborsare una cifra vicina a 2,5 miliardi e il fondo F2i guidato da Renato Ravanelli e che dovrebbe entrare con una quota fra il 10 e il 15%. La Cassa Depositi e Prestiti, invece, potrebbe entrare in un secondo momento.
Non demorde, invece, la cordata alternativa, quella di Tim Value, promossa da Alessandro Barnaba, fondatore del fondo d’investimento lussemburghese Merlyn Partners, in partnership con Stefano Siragusa, l’ex responsabile Network Operations & Wholesale Officer uscito ad agosto 2022 dal gruppo e che ha l’appoggio del socio francese di Tim, Vivendi, ostile all’offerta Kkr.
Ieri hanno scritto una missiva al ministero dell’Economia, per chiedere un incontro. Nel mirino anche l’attuale ad di Tim, Pietro Labriola, che secondo Merlyn Partners dovrebbe essere sostituito da Siragusa. Anche se il fondo lussemburghese, ad oggi, detiene una piccolissima quota di azioni Tim, pari allo 0,006%, Anche se il fondo di Andrea Barnaba ha ribadito a Tim di avere più dossier titoli per una quota del capitale inferiore al 3%.
Da parte sua Giorgetti non si sbilancia: "Aspettiamo e vediamo", si è limitato a sussurrare ieri. Tuttavia fonti dell’esecutivo lasciano filtrare che il governo su Tim ha già deciso e non cambierà strada, anche davanti a una nuova proposta.
Il Cda, una volta esaminata la proposta di Kkr, dovrà decider se portarla in assemblea, dove dovrà superare l’ostacolo di Vivendi, che controlla il 23,7% di Tim e che sarebbe contraria alla cessione. Una decisione diversa da parte del Cda potrebbe aprire una battaglia legale.
"Il governo tenga gli occhi aperti su questa vicenda – ammonisce il senatore di Fi, Maurizio Gasparri – Si tratta di un asset fondamentale per il Paese".
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