ANTONIO TROISE
Economia

Tim, è battaglia sulla rete. Vivendi non si arrende. E il titolo scivola in Borsa

Giorgetti: "Il progetto con Kkr va avanti". La società: nessun licenziamento

Tim, è battaglia sulla rete. Vivendi non si arrende. E il titolo scivola in Borsa
Tim, è battaglia sulla rete. Vivendi non si arrende. E il titolo scivola in Borsa

Parte in salita la cessione delle rete Tim agli americani del fondo Kkr. La decisione del Cda non ha sciolto tutti i nodi sul tappeto. A cominciare dalla reazione del socio francese, Vivendi, che ha già annunciato una battaglia a colpi di carte bollate. Quanto basta, insomma, per mandare in fibrillazione gli operatori finanziari e far perdere al titolo il 3,35%. Non sono servite ad evitare lo scivolone neanche le parole del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: "Vivendi ha i suoi diritti e li eserciterà, ma il progetto non cambia". Il Mef parteciperà a Netco, la nuova società che controllerà la rete, con una quota vicina ai 2,5 miliardi. Mentre l’intero progetto, considerando nel perimetro anche Open fiber, vale circa 23 miliardi di euro. Sulla stessa linea anche il ministro per le Imprese, Adolfo Urso: "Vogliamo una rete nazionale efficiente e competitiva". Insomma, nessun ripensamento. Anzi.

È lo stesso amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, a inviare un messaggio "rassicurante" con una lettera ai dipendenti nella quale spiega che l’offerta Kkr "riscriverà invece il futuro dei servizi di telecomunicazione, perché pone le basi per abbattere il debito e le impedisce di puntare con decisione al suo sviluppo e a mantenere la sua leadership nel mercato". La decisione, scrive Labriola, "non riguarda le sorti della rete fissa, perché nessuno ritiene che questa operazione segnerà un freno al suo sviluppo (anzi!), né qualcuno può pensare che l‘ingresso di un fondo d’investimento possa rendere meno italiana questa infrastruttura che insiste sul nostro territorio, peraltro soggetta al Golden Power e con la partecipazione del ministero dell’Economia e delle Finanze e di F2i".

Di tutt’altro avviso, invece, i vertici della Cgil, a cominciare dal segretario generale, Maurizio Landini, che bocciano senza mezzi termini l’operazione Kkr: "Siamo contrari perché questo spezzatino non è la strada da seguire. Solo in Italia viene fatta , negli altri paesi le grandi imprese non dividono la rete dall’azienda, dalle attività e dai servizi". Al centro delle preoccupazioni del sindacato la sorte "di circa 17.000 persone, con un’età media di 50 anni, per le quali non sono ben chiare prospettive industriali e certezze occupazionali". I responsabili della Tim hanno già convocato i rappresentanti di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni per il 14 novembre. Mentre il presidente della società, Salvatore Rossi, ha assicurato che non ci saranno né licenziamenti né cassa integrazione. Tuonano contro la vendita della rete anche le opposizioni. "I patrioti da strapazzo che blaterano di difesa dell‘interesse nazionale, scelgono di cedere al fondo speculativo Kkr la rete terrestre di Tim", spara a zero Marco Pellegrini, del M5s. Polemico il Pd: "Inaccettabile lo smantellamento di un’impresa strategica", dice Annarosa Pesole, responsabile Dipartimento Transizione digitale del Partito democratico. Mentre Maurizio Gasparri, di Forza Italia, chiede al governo di "garantire la rilevanza strategica della rete".

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