Tim, 11 consiglieri contro Gubitosi I sindacati: a rischio migliaia di posti

Nel mirino c’è anche l’amministratore delegato, venerdì nuovo cda. Pesa il possibile addio alla rete unica

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Acque agitate in Telecom Italia, dove aumenta la pressione del Consiglio sull’ad, Luigi Gubitosi. Undici dei quindici consiglieri del gruppo telefonico hanno scritto al presidente Salvatore Rossi chiedendo la convocazione di un nuovo cda straordinario per discutere della situazione del gruppo e delle strategie.

Non si tratta delle sole lettere ricevute da Rossi: anche i sindaci hanno espresso preoccupazione per il trend dei conti, che scontano due profit warning in quattro mesi e che hanno costretto S&P a tagliare a BB il rating del gruppo telefonico, sempre più lontano dall’investment grade. Rossi ha convocato il cda per venerdì 26 novembre.

Il secondo Consiglio in due settimane, dopo quello dell’11 novembre chiesto dai consiglieri espressione di Vivendi, primo azionista del gruppo italiano e principale sponsor della necessità di un avvicendamento al vertice di Tim. All’ordine del giorno non figura il tema della governance, si parlerà di "organizzazione" e "strategia".

Ma la situazione è fluida e i rumor si rincorrono: da quelli su ulteriori difficoltà dei conti a quelli sui nomi di possibili successori di Gubitosi, come l’interno Pietro Labriola, ceo di Tim Brasil.

A quanto si dice, Vivendi vorrebbe puntare su un manager del settore, italiano e in accordo con Cdp, che sulla vicende di Tim continua a mantenere il riserbo e l’attenzione che richiedono i destini di un’azienda strategica per il Paese e che dà lavoro a 40mila dipendenti.

Le tensioni che scuotono Tim provocano la dura reazione dei sindacati, che se la prendono con il governo, accusato di aver contribuito alle difficoltà del gruppo mettendo nel congelatore il progetto della rete unica (che sconta anche l’ostilità dell’Europa), e con un azionista, Vivendi, che punta "a ribaltare la governance aziendale, anziché lavorare ad un piano industriale di sviluppo", ha detto il segretario della Fistel-Cisl, Vito Vitale. "C’è in gioco la tenuta occupazionale di Tim con il rischio di migliaia di esuberi e la tenuta di tutto il settore Tlc", hanno scritto Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil al ministro, Giancarlo Giorgetti, minacciando le mobilitazioni "più opportune", incluso lo sciopero, se non dovesse arrivare una convocazione "ad horas" al Mise.