Venerdì 19 Aprile 2024

TikTok sceglie l’acquirente. Nonostante il veto di Pechino

La Cina insiste: serve il nostro via libera per vendere gli asset americani. In pole l’alleanza Microsoft-Walmart e Oracle.

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TikTok ha scelto l’acquirente per le sue attività americane. In pole position ci sarebbero la coppia Microsoft-Walmart e Oracle, e l’operazione dovrebbe avere un valore compreso fra i 20 e i 30 miliardi di dollari. Ma sull’accordo, che include anche le attività neozelandesi e australiane, pesa lo spettro delle nuove regole imposte da Pechino sulle esportazioni di tecnologia. Norme che rischiano di rallentare se non far naufragare un’eventuale intesa.

La stretta della Cina obbliga ByteDance, la società a cui fa capo la popolare app, a ottenere l’autorizzazione di Pechino prima di vendere la società. Questo si potrebbe tradurre in un allungamento dei tempi per la cessione di TikTok, al quale va aggiunta l’incertezza legata a una possibile opposizione cinese all’operazione. Un’incertezza non da poco vista la tensione fra Stati Uniti e Cina su più fronti, dagli scambi commerciali alla nuova legge per la sicurezza nazionale imposta a Hong Kong, passando per le nuove tecnologie. E proprio su questo capitolo si sta consumando l’ultimo braccio di ferro fra Washington e Pechino.

Gli Usa di Donald Trump hanno imposto alla cinese ByteDance di vendere le attività americane di TikTok entro la metà di settembre, altrimenti la app potrebbe essere bloccata. Ora l’ultima parola su una cessione sta a Pechino. "Ci sono tensioni geopolitiche fra Stati Uniti e Cina, e noi siamo nel mezzo", afferma Vanessa Pappas, la responsabile ad interim di TikTok. Secondo indiscrezioni, tutte le parti in causa nella possibile vendita non hanno ancora un quadro chiaro di come la nuova normativa cinese sarà attuata.

Le indicazioni preliminari però non sono delle migliori: un funzionario cinese ha fatto sapere all’agenzia Xinhua come ByteDance dovrebbe valutare attentamente le norme e considerare se procedere o meno con le trattative.

Ma non è solo TikTok a temere la stretta di Pechino e la rabbia di Trump contro la Cina. "È essenziale che gli americani non usino le app Made in China. Gli Stati Uniti perseguiranno anche altre aziende, non solo TikTok", dice Peter Navarro, il consigliere di Trump, di fatto aprendo la strada ad azioni contro altri colossi, quali WeChat oltre a Huawei, nel mirino da mesi di un’aggressiva campagna americana per scoraggiarne l’uso nella tecnologia 5G negli Stati Uniti e fuori.

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