Tetto al contante a 10mila euro: come funziona in Europa

La proposta depositata dalla Lega e ribadita dalla premier al Senato. Ma l’opposizione insorge: "Così vanifichiamo la lotta all’evasione fiscale"

Roma, 27 ottobre 2022 - Salta il tetto al contante. L’annuncio arriva dalla premier, Giorgia Meloni, nella replica al Senato prima della fiducia. Ma la mossa era stata anticipata, qualche ora prima, dalla Lega, che aveva presentato un progetto di legge a prima firma Bagnai per portare il limite all’uso delle banconote a 10mila euro. Un derby tutto in casa del centrodestra per mettere fine ad una soglia che dal primo gennaio del 2023 sarebbe scesa a mille euro. Meloni non ha dubbi: "Metteremo mano al tetto al contante" sentenzia a Palazzo Madama. E ribatte colpo su colpo alla valanga di critiche arrivata in particolare dai banchi del Pd, il partito che forse più del M5s aveva insistito sulla soglia all’uso del contante contro l’evasione. "Non c’è nessun collegamento con la lotta contro gli evasori", spiega il senatore di FdI, Giovanbattista Fazzolari. Di tutt’altro avviso il responsabile economico dem, Antonio Misiani: "L’Italia sta andando in una direzione opposta alla lotta contro l’evasione".

Sommario

Il tetto al contante in Europa (Fonte: European Consumer Center)
Il tetto al contante in Europa (Fonte: European Consumer Center)

La soglia e l’evasione

La presidente del Consiglio capovolge il ragionamento. Spiega che il tetto "penalizza i più poveri", come emerge anche dai richiami "alla sinistra da parte della Bce". E richiama anche la posizione dell’ex ministro dell’Economia dem, Pier Carlo Padoan che aveva sempre ridimensionato il link fra il tetto all’uso del contante e l’evasione fiscale. Per non parlare degli effetti sull’economia. Ci sono Paesi come la Germania o l’Austria, nostri diretti competitor, che non hanno alcuna soglia. "Ciò rischia di non favorire la nostra competitività", conclude Meloni. La misura potrebbe entrare nella nuova legge di bilancio.

Il tetto ballerino

Già durante l’esecutivo Draghi c’era stata una spaccatura nella maggioranza di "unità nazionale", con il centrodestra che si era ricompattato contro la soglia al contante. Il risultato è che per il 2022 era rimasto il tetto di 2mila euro, con l’impegno a far scattare la soglia di mille euro dal 2023. Ora, naturalmente, l’obiettivo minimo sarà di portarla almeno a 10mila euro, come chiesto dalla Lega. E non è neanche il limite più alto. Nel 2008, ad esempio, il tetto era stato fissato a 12.500 euro. Per poi passare a 5mila nel 2010 e a mille nel dicembre 2006. Con Renzi era tornato a salire, fino a 3mila euro. Infine, con i governi guidata da Conte, la nuova discesa a mille, dall’anno prossimo. Bankitalia ha calcolato che un punto percentuale di transizioni in contanti in più fa salire l’economia sommersa dallo 0,8 all’1,8%. Ma c’è anche chi sostiene che dove il nero è basso non esistono limiti. Per non parlare delle transazioni digitali, la nuova vera frontiera del riciclaggio.

Cosa succede in Europa

Anche su questo fronte, l’Ue avanza in ordine sparso. Solo in 12 Paesi, Italia compresa, c’è un tetto. In Grecia è fino a 500 euro, in Francia e in Portogallo a mille euro, in Spagna si può arrivare fino a 2.500 euro. Nessun limite, invece, nel Regno Unito, in Islanda, in Norvegia e, soprattutto, in Germania, dove però chi paga oltre i 10mila euro in contanti deve esibire un documento di identità. Sul tema esiste da tempo un progetto della Commissione Europea che prevede una soglia comunitaria di 10mila euro a partire dal 2024.