Venerdì 19 Aprile 2024

Telecomunicazioni: ricavi in calo per gli operatori e tariffe in discesa per i clienti

Secondo l'indagine di Mediobanca, in vent'anni i gruppi italiani di maggiori dimensioni hanno perso 14 miliardi di euro di fatturato

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Ricavi in discesa, redditività in calo, costi in crescita. Non è una situazione rosea per il settore delle telecomunicazioni in Italia. I numeri dell’ultimo rapporto di Mediobanca del resto parlano chiaro. A livello complessivo, fra un anno e l’altro i principali operatori italiani hanno visto una riduzione dei ricavi per circa 600 milioni di euro (ora a quota 12 miliardi), di cui 173 solo nel mobile (con Tim, Vodafone e Wind Tre che hanno lasciato sul terreno 258 milioni nel primo semestre 2022 rispetto ai primi sei mesi del 2021). Anche sul fronte della redditività le notizie non sono positive. Si allarga infatti la distanza rispetto agli altri big mondiali del settore. Dal confronto tra i conti aggregati dei principali operatori italiani (che rappresentano il 95% del mercato) e quelli delle imprese estere emerge un comparto che arranca.

Un impianto-ripetitore di telecomunicazioni
Un impianto-ripetitore di telecomunicazioni

Reddito operativo dal 13,5% al 3,3%

A causa del calo del giro di affari e dell’aumento dei costi, il reddito operativo (quello calcolato prima di imposte e oneri finanziari) è sceso dal 13,5% del 2017 al 3,3% del 2021, contro il 15,9% dei big mondiali, peraltro in crescita rispetto al 14,2% messo a segno nel 2017. Il quadro delineato dall’indagine annuale sui maggiori Gruppi mondiali e italiani nel settore delle telecomunicazioni (che analizza i dati dei primi sei mesi 2022 e del quinquennio 2017-2021 delle 30 maggiori telco internazionali con ricavi superiori ai nove miliardi di euro) è insomma piuttosto fosco.

Giro d'affari crollato in italia

In Italia, il giro d’affari è diminuito di oltre 14 miliardi tra il 2010 e il 2021 (-3,7% all’annuo), con il mobile in maggior affanno (-5,0%) rispetto al fisso (-2,5%). Un trend che prosegue anche quest’anno. Nei primi sei mesi i ricavi domestici dei principali operatori italiani sono calati del 4,6% (-3,1% il comparto mobile e -5,8% il fisso). A perdere più fatturato sono i primi tre operatori: Tim (-7,5%), Wind Tre (-6,1%) e Vodafone (-2,5%). Crescono invece Iliad (+15,4% sul primo semestre 2021), Poste Mobile (+3,3%) e Fastweb (+1,5%). “Le forti spinte inflazionistiche” scrive l’Area Studi di Mediobanca, “mettono sotto pressione la sostenibilità finanziaria di un settore energivoro, soprattutto nei mercati più frammentati e competitivi come quello italiano. A fine 2021 in Italia, nel comparto mobile operavano quattro player infrastrutturati e 23 operatori virtuali (Mvno), mentre erano numerosi i soggetti attivi nella rete fissa, con l’aggiunta di nuovi attori quali Iliad, Sky Italia e Virgin Fibra”.

Guerra tariffe telefoniche

Senza contare che, negli ultimi cinque anni, in Italia si è aperta una vera e propria guerra dei prezzi fra operatori. Guerra che ha determinato “la più marcata contrazione delle tariffe telefoniche (-20,5%) rispetto al -4,9% medio europeo nell'ultimo quinquennio”. Allargando lo sguardo all’estero, nel primo semestre 2022, pure “in un contesto geopolitico in peggioramento”, il giro d’affari dei principali gruppi mondiali è risultato in crescita del 3,6% (sul primo semestre 2021), trainato dalle società cinesi (+10,7%). Bene anche i player delle Americhe (+1,5%) e dell’Emea (+1,1%), ma con l’Europa ancora ferma al palo (+0,5%). 

La classifica

Nella classifica mondiale per ricavi per il 2021, svettano le statunitensi At&t (149,1 miliardi) e Verizon (118 miliardi), seguite da China Mobile (117,9 miliardi) e Deutsche Telekom (108,8 miliardi). Con 15,1 miliardi Tim è scesa alla 19esima posizione. Nel primo semestre 2022 in Europa è invece Deutsche Telekom a dominare la classifica con ricavi pari a 56,2 miliardi di euro (+1,5%), seguita da Vodafone (22,7 miliardi, +1,8%), Orange (21,3 miliardi, +2,1%), Telefonica (19,5 miliardi, -4,2%), Bt Group (12 miliardi, -0,5%), Altice (7,9 miliardi, +6%). Tim in calo del 2,9% a quota 7,6 miliardi di fatturato.