Taxi elettrico condiviso: sbarca in Italia la fabbrica Etioca

Un'operazione industriale internazionale all'insegna della sostenibilità e della sharing economy

Un'auto elettrica in ricarica (Ansa)

Un'auto elettrica in ricarica (Ansa)

In Medio ed Estremo Oriente esistono da decenni e, fatti i dovuti distinguo, nella funzione e nell'utilizzo somigliano molto alle diligenze in stile 'The Hateful Eight'. Parliamo dei taxi condivisi, spesso semplici furgoni da lavoro che, riadattati allo scopo, consentono a manciate di sconosciuti di condividere un passaggio lungo tratte prestabilite (da stazioni ferroviarie e aeroporti al centro città, ad esempio), risparmiando denaro e guadagnando in rapidità. Ecco, su questo sfondo collaudato e in parte 'esotico' si inserisce, ora, un'operazione industriale internazionale all'insegna della sostenibilità e della 'sharing economy'. Buona pure per rilanciare uno stabilimento produttivo torinese (forse due, alla luce delle trattative con Stellantis per la ex Maserati di Grugliasco) che ha fatto la storia dell'industria dell'automotive italiana. Parliamo della carrozzeria Coggiola, attiva dal 1966 nel capoluogo sabaudo e di recente rilevata da Etioca, la società di servizi alla mobilità guidata dal ceo israeliano Mark Ishakov che, dalla sua sede di Gibilterra, sta investendo pesantemente su un taxi elettrico multi-funzione di nuova generazione ad anima italiana.

Proprio qui, infatti, dove in oltre mezzo secolo sono stati realizzati prototipi mitologici a marchio Saab, Opel, Fiat, Lancia, Audi e Citroën, nasceranno entro il 2024 i primi 10mila Etioca Taxi Cab, inseriti in un piano di produzione che ne prevede altri 45mila nel 2025 e 100mila all'anno a partire dal 2027. Una nuova vita, insomma, per gli impianti piemontesi detentori della prestigiosa licenza 'Worldwide manufacturers identifier', resa possibile, in primo luogo, da un investimento iniziale da 400 milioni di dollari (1,2 miliardi nel successivo triennio) da parte di Etioca. E, in secondo luogo, dall'impiego di 120 circa tra designer, tecnici e progettisti, nei prossimi cinque anni, nella sola sede di Orbassano, oltre che dalla prossima riconversione nel Mezzogiorno (sembra in quel di Taranto) di un altro stabilimento pilota, dove gli occupati saranno in totale 800.

Ma, fermo restando che quelli che al principio saranno solo taxi sono destinati ad espandersi, utilizzando le medesime tecnologie, in una famiglia di veicoli che comprenderà mezzi da lavoro, soccorso, difesa e sicurezza, che cosa fa di questi nuovi 'tassì' un gioiello di innovazione 'green'? E' presto detto, visto che già il primo modello, denominato 'Miner' e pronto a uscire da una piattaforma modulare che risponde al nome di 'Anna', è stato pensato da Etioca (che l'anno prossimo intende quotarsi al Nasdaq con il sostegno dei newyokesi della banca di investimento indipendente Chardan) per coniugare prestazioni elevate, comfort, sicurezza e praticità d'uso da parte tanto degli utenti quanto dei conducenti. Partendo dall'ultimo punto, del resto, la grande notizia è proprio la formula di noleggio (non di acquisto) che sarà proposta ai tassisti. Basata, come confermato da Ishakov in persona, su una tariffa media di 0,99 euro al minuto (0,80, pare, in Italia), compresa però di servizi ausiliari che spaziano dal lavaggio alla manutenzione e dalla sostituzione delle batterie all’assicurazione. E pensata per ricaricare sul licenziatario solo il costo reale dei chilometri percorsi.

Ruotando, così, attorno a un veicolo elettrico che sarà solo una delle componenti di un business multisettoriale, composto anche da una app per le prenotazioni (con relativi banner pubblicitari), da un sistema di pagamento in criptovaluta dedicata e, non ultimo, da un piano di advertising che trarrà linfa dai pannelli pubblicitari dinamici a Led piazzati sopra e intorno al veicolo. E qui veniamo, appunto, al mezzo in sé, che disporrà di sette sedili più un posto per disabili con rampa automatica e che, al conducente, metterà a disposizione una cabina antieffrazione isolata, con tutte le caratteristiche di una vera e propria capsula di sicurezza.

Parlando di numeri, invece, stante anche un potenziale mercato per i 'cab' elettrici (di produzione non solo italiana, ma anche lettone e israeliana) che spazia dall'Europa al Medio Oriente e all'intera America Settentrionale, Etioca già confida in una crescita esponenziale. Già, perché la società di Gibilterra, ora valutata intorno ai 27 miliardi di dollari, conta di raggiungere quota 232 miliardi in soli sette anni. Forte anche dell'inserimento della sua strategia di crescita, da parte delle autorità gibilterriane, nel Piano Nazionale di Sviluppo Economico della nazione del prossimo quinquennio, che prevede un investimento complessivo di 500 milioni di sterline. E, intanto, già fioccano in Italia le richieste da parte dei tassisti di sottoscrivere un pre-contratto del valore di 100 euro per entrare nel network, che verranno restituiti in forma di credito quando saranno consegnate le vetture.