Mercoledì 24 Aprile 2024

Energia elettrica, la richiesta dei ministri Ue: "Ridurre il taglio nelle ore di punta"

Vengono richiesti limiti meno stringenti sulle ore di punta in cui tagliare l'energia elettrica. L'ad di Eni, Descalzi: "In autunno il gas ci sarà"

Bruxelles, 24 settembre 2022 - Dall'ultima bozza di compromesso dei ministri Ue sul taglio dell'energia, emerge che ci debbano essere limiti meno stringenti sulle ore di punta, da scegliere per il taglio obbligatorio dei consumi di elettricità e sul calcolo del contributo di solidarietà per le società energetiche. 

I governi, cioè, chiedono di coprire "almeno il 7% delle ore di punta" sull'intero periodo dicembre-marzo, piuttosto che il 10% delle ore mensili, che era stato previsto dalla Commissione. Il vice presidente, Frans Timmermans, infatti nel presentare il pacchetto energia circa dieci giorni fa, aveva ribadito: "Il taglio del consumo di elettricità del 10% da parte degli Stati membri è obbligatorio”.

La richiesta di diminuzione, invece, è dovuta, probabilmente, ai dati o alle previsioni di consumo non solo di abitazioni e affini, ma anche di imprese e aziende. 

Qualche giorno fa, i governi Ue avevano, tra l'altro, già chiesto di ammorbidire le misure presentate da Bruxelles per tagliare i consumi di elettricità. Avevano chiesto che il target obbligatorio (10%) di riduzione della domanda non fosse calcolato su base mensile, ma sull’intero periodo "tra il 1° dicembre 2022 e il 31 marzo 2023".

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea (Ansa)
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea (Ansa)

Le modalità per individuare le ore di punta in cui tagliare l'energia

Nella bozza di compromesso compilata dalla presidenza ceca, agli Stati membri vengono date due modalità per l'individuazione delle ore di punta in cui tagliare i consumi. Nella prima, contenuta nel paragrafo 1 dell'articolo 4 si prevede che "ogni Stato membro individui le ore di picco dei prezzi corrispondenti complessivamente ad almeno il 10% di tutte le ore del periodo compreso tra il 1° dicembre 2022 e il 31 marzo 2023" e non più, quindi, su base mensile come era previsto nella proposta di regolamento della Commissione.

Nella seconda, come si legge nel paragrafo 3, la bozza prevede che "gli Stati membri possono decidere di puntare su una percentuale di ore di punta diversa da quella di cui al paragrafo 1, purché sia coperto almeno il 7% delle ore di punta" e purché la riduzione dei consumi sia almeno invariata.

Sugli extra-profitti

I ministri, inoltre, allargano le maglie pure sulla base imponibile degli extra-profitti. Nella bozza, infatti, gli extra-profitti delle compagnie fossili sono calcolati sulla base degli utili di 4 anni a partire dal 2018, contro il periodo 2019-2021 proposto da Bruxelles.

Poi, il tetto ai ricavi dell'elettricità per la tassa sugli extra-profitti alle compagnie che producono energia da fonti non fossili resta quello di 180 euro a megawattora ma alla Commissione, nella bozza, si chiede di provvedere "a delle linee guide" per l'applicazione del regolamento.

Uno dei punti più discussi nelle ultime riunioni dei 27 sulla proposta di regolamento era quello delle distribuzione dei finanziamenti originati dalla tassa sugli extra-profitti e dal contributo di solidarietà chiesto alle compagnie oil&gas: diversi Paesi hanno infatti posto il problemi dei diversi costi che, tra i membri Ue, ha la crisi energetica. Nell'articolo 10 la proposta prevedeva che "nel caso in cui la dipendenza dalle importazioni nette di energia elettrica di uno Stato membro sia pari o superiore al 100%, un accordo per ripartire le entrate eccedentarie sarà concluso entro il 1° dicembre 2022 tra lo Stato membro importatore e il principale paese esportatore. Tutti gli Stati membri possono, in uno spirito di solidarietà, concludere tali accordi".

La bozza di compromesso aggiunge che tale ripartizione deve essere "adeguata" e che "la Commissione assiste gli Stati membri durante l'intero processo negoziale, incoraggia e facilita lo scambio di buone pratiche". 

Descalzi: "In autunno il gas ci sarà"

L'Ad di Eni, Claudio Descalzi, ha fatto sapere che "il gas in autunno ci sarà, la cosa che può rassicurare è che gli stoccaggi stanno crescendo". Interpellato a margine di un convegno dei Cavalieri del lavoro sulla transizione energetica, ha aggiunto a proposito dell'Italia: "I flussi algerini sono arrivati a 83-85 milioni di metri cubi al giorno, quindi ci sta dando una mano importantissima ed è la ragione per la quale siamo riusciti a riempire gli stoccaggi di Lng. L'Algeria e i rigassificatori, che prima erano utilizzati al 40% e adesso al 100%, sono le ragioni principali per cui siamo riusciti a compensare in parte il gas russo che ancora fluisce in Italia. Abbiamo anche la parte norvegese quindi l'Italia ha tante alternative, 5 pipeline, tre rigassificatori, ma superato questo inverno sarà necessario avere uno o due rigassificatori".