Riforma fiscale: cosa cambia. Tagli all'Irpef e alla giungla delle micro-tasse

Già nella manovra 8-10 miliardi per ridurre il cuneo al ceto medio. Obiettivi della riforma: combattere l’evasione e semplificare le regole

Le aliquote Irpef: grafico

Le aliquote Irpef: grafico

La missione è ambiziosa: ridisegnare l’intero sistema tributario italiano, dall’Irpef all’Ires, dall’Irap all’Iva, al catasto, fino al sistema di riscossione delle imposte e alla semplificazione degli adempimenti. L’obiettivo, fatte salve le ambiguità che rimangono aperte per la tassazione sugli immobili, è quello di ridurre il carico fiscale sul lavoro e sulle imprese. A questo punta il disegno di legge delega approvato ieri dal governo, sia pure senza il consenso della Lega.

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Sommario

L’operazione occuperà anni di lavoro, come sottolinea il premier Mario Draghi, ma, secondo fonti beninformate, già nella legge in bilancio in arrivo potrebbe esserci un primo taglio da 8-10 miliardi finalizzato a dare una sforbiciata sul terzo scaglione delle aliquote Irpef, quello tra i 28mila e i 55mila euro lordi l’anno. Una fascia reddituale che ora sconta un salto di 11 punti rispetto al secondo scaglione e un’aliquota del 38%.

Così come, allo stesso modo, potrebbe arrivare un intervento per l’abolizione almeno parziale dell’Irap per professionisti e partite Iva. Il governo, dunque, dopo mesi di preparazione approva la delega fiscale che, secondo il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, porterà a un sistema "più efficiente e meno distorsivo".

Si tratta, ha spiegato, di ridisegnare un modello vecchio di 50 anni, partendo dal lavoro già svolto dalle Camere con le quali bisognerà continuare una collaborazione "essenziale": anche se non tutte le indicazioni del Parlamento sono state raccolte e altre, come il catasto, non comparivano nei documenti messi a punto dai partiti proprio perché mancava l’intesa nella maggioranza. Di sicuro, con l’attuazione della delega, il sistema dovrà mantenere le caratteristiche di progressività previste dalla Costituzione, ma non c’è una scelta tra il meccanismo tedesco della cosiddetta aliquota continua (sostenuta da Pd e Leu) e quello a tre aliquote (voluto dai grillini).

I dieci articoli della delega intervengono ad ampio raggio sull’attuale sistema, compresa la riforma della riscossione con la fusione delle due Agenzie e la semplificazioni delle addizionali regionali e comunali che diventeranno una "sovraimposta".

La misura-chiave, però, è una revisione non solo dell’Irpef, concentrando l’azione sui "giovani" e sui "secondi percettori del reddito" per incentivare l’accesso al mercato del lavoro, ma anche di tutto il sistema del prelievo sul reddito di impresa in cui si inserirà anche il "graduale" superamento dell’Irap, pur assicurando le risorse alla sanità.

Si tratterà quindi di trovare all’incirca 15 miliardi solo per questa voce, o in alternativa, come ha precisato Franco, "assorbendola in altre imposte". Anche l’Ires sarà rivista in un processo che porterà a modificare aliquote e base imponibile per avvicinare il prelievo "progressivo" a quello dei redditi da capitale che a loro volta dovrebbero arrivare, a fine percorso, ad avere una aliquota uniformata. L’obiettivo è quello di completare il "sistema duale" con la distinzione tra redditi da lavoro e redditi da capitale, mettendo mano anche alle imposte sostitutive (le commissioni hanno esplicitamente richiesto di lasciare fuori la flat tax).

Un capitolo di tutto rilievo è quello dedicato all’Iva. Come per il catasto, anche l’idea di un riordino Iva è ipotizzato da sempre ai piani alti del Mef, ma finora è sempre stata bloccata dai timori politici di aumento dell’imposta per alcune categorie. Sul punto, il Parlamento ha chiesto al governo una "semplificazione" del sistema oggi articolato in quattro aliquote, con una "possibile riduzione" di quella ordinaria. Ma si dovranno fare i conti con i rischi di colpire il fisco sui consumi, il principale motore della ripresa. Ultimo ma non ultimo, il fronte delle tax expenditures, le mille e mille voci di agevolazioni e incentivi fiscali che alimentano la spesa pubblica: il tentativo è quello di trovare coperture ulteriori agli altri tagli fiscali. La lotta all’evasione poggerà, infine, su un potenziamento degli strumenti che favoriscono l’adempimento spontaneo (tax compliance).

Irpef: scaglioni da ridurre e riordino detrazioni

L’impostazione del governo prevede il taglio graduale del cuneo fiscale, "per incentivare l’offerta di lavoro» e favorire l’impresa e l’emersione del nero. Si fissa il paletto della "progressività", lo scaglione nel mirino è quello tra i 28mila e i 55mila. Riviste anche detrazioni e deduzioni.

Iva: lotta la 'nero' vale 30 miliardi

Ora ci sono 4 aliquote dell’Iva: una ordinaria (22%), una ridotta (10%) e altre due più basse (4 e 5%). Il governo semplificherà la gestione del tributo anche per combatterne l’evasione , che vale 30 miliardi annui.

Irap: il tributo regionale sparirà (ma non subito)

L’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) sarà progressivamente superata, promette il governo. Questo andrà fatto "o assorbendo il gettito (sui 20 miliardi annui) in altre imposte, o reperendo altre coperture». La richiesta di tagliare questa tassa è stata rinnovata da Confindustria.

Ires: ora è pari al 24%, ma sarà rivista

Anche l’aliquota d’imposta sui redditi delle società (Ires), attualmente pari al 24%, sarà completamente riformata. L’obiettivo è semplificarla "con l’avvicinamento tra valori civilistici e fiscali".

Imu: andrà tutta ai Comuni

Attualmente, una parte dell’Imu che si paga sui possedimenti immobiliari (non sulla prima casa), va allo Stato: il governo intende far sì che, pian piano, tutto il gettito affluisca agli enti locali. Questo passaggio comincerà dall’Imu sugli immobili ad uso produttivo.

Agenzia delle entrate con compito di riscossione

All’Agenzia delle Entrate saranno trasferite le funzioni e le attività attualmente svolte dall’Agente della riscossione, attualmente separate, dando risorse e rivedendo il meccanismo di remunerazione.

Addizionali inglobate in un'unica tassa

Le addizionali Irpef regionale e comunale diverranno un’unica "sovraimposta", così da avere un sistema «più trasparente e confrontabile». In realtà, per il contribuente nulla dovrebbe cambiare, così come a restare invariato, almeno in una prima fase, sarà il gettito per gli enti locali.