Svolta Open Fiber Enel cede il 50% per 2,7 miliardi

Perfezionata la vendita al fondo Macquarie e a Cdp. Nominati i nuovi vertici: Barbara Marinali e Mario Rossetti

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di Achille Perego

Riassetto azionario, cambio al vertice e nuovo piano industriale al 2031 con investimenti per oltre 10 miliardi per portare la rete in fibra ottica ultra veloce in tutto il Paese. Quella di ieri è stata una giornata storica per Open Fiber dopo quella della nascita nel 2015 e l’essere diventata il primo operatore Ftth (fiber to the home) in Italia e il terzo in Europa. Una giornata che ha sancito, in base agli accordi di agosto, l’uscita del primo socio Enel che ha perfezionato la cessione dell’intera quota del 50% per circa 2,73 miliardi con una plusvalenza di 1,76. Il 40% al fondo australiano Macquarie Asset Management per 2,2 miliardi e il 10% (534 milioni) alla Cdp che salirà al 60% attraverso Cdp Equity.

Con Open Fiber, ha commentato l’ad di Enel, Francesco Starace, "abbiamo raggiunto risultati straordinari e dotato il Paese di circa 64mila chilometri di infrastruttura in fibra ottica, un’attività sulla quale 6 anni fa in pochi avrebbero scommesso". E ora Enel continuerà "a guardare a opportunità di creazione di valore in altre geografie".

Open Fiber, con le decisioni dell’assemblea di ieri, ha anche nominato il nuovo vertice. Con l’uscita di Franco Bassanini (che avrà però l’incarico di senior advisor della società), nuova presidente è Barbara Marinali, attualmente in Snam e consigliere indipendente di Webuild. La guida operativa dell’azienda toccherà a Mario Rossetti, già dg di Open Fiber, che diventa ad succedendo a Francesca Romana Napolitano che, lo scorso agosto, era subentrata a Elisabetta Ripa. Completano il board Alessandro Tonetti e Roberta Battaglia designati da Cdp e per Macquarie Geoffrey David Shakespeare e il senior managing director Nathan Luckey, che ha sottolineato come andare avanti con lo sviluppo della fibra ottica sia "una sfida e un’opportunità eccitante".

Una sfida per cui il nuovo piano industriale 2022-2031 di Open Fiber, approvato ieri dal nuovo cda, punta a coprire l’intero territorio nazionale con la fibra ultraveloce: oltre alle zone bianche (svantaggiate) e nere (grandi città) anche quelle grigie (distretti industriali) con la partecipazione alle prossime gare da 4 miliardi del Pnrr. Il piano vedrà investimenti per oltre 10 miliardi, compresi i 7,2 del più grande finanziamento infrastrutturale nella zona Emea siglato da Open Fiber con un pool di banche. Un futuro, quello di Open Fiber, che in qualche modo si intreccia per la rete unica con quello di Tim. E proprio ieri, in vista del cda del 17 dicembre, il comitato (il presidente Rossi e i consiglieri indipendenti) creato da Tim (-2,23% in Borsa) dopo la manifestazione d’interesse amichevole del fondo americano Kkr, era chiamato a iniziare il percorso di valutazione dell’offerta partendo dalla nomina degli advisor.