
Tra gli esempi di dazi indiretti verso l’Italia rientra anche la svalutazione competitiva della valuta: una forma di protezionismo monetario...
Tra gli esempi di dazi indiretti verso l’Italia rientra anche la svalutazione competitiva della valuta: una forma di protezionismo monetario utilizzata da diversi Paesi per rendere i propri prodotti più competitivi rispetto a quelli italiani (ed europei), senza ricorrere formalmente a dazi.
La Cina è capofila per quanto riguarda la svalutazione controllata dallo Stato, grazie alla quale i prodotti del colosso asiatico risultano molto più economici, mentre l’export italiano diventa meno conveniente. Il Giappone, invece, applica una svalutazione volontaria per favorire le esportazioni. Anche in questo caso, l’industria italiana subisce la concorrenza delle aziende giapponesi, che offrono prezzi più bassi. La Russia, dal canto suo, opera attraverso una svalutazione legata alle sanzioni internazionali e a politiche monetarie interne. Dopo l’invasione dell’Ucraina, il rublo ha subito forti svalutazioni, alternate a fasi di recupero pilotate dalla Banca Centrale russa. Il risultato è una perdita di competitività per l’export italiano. Ad esempio, un macchinario industriale italiano da 100mila euro, per un cliente russo, costava circa 8 milioni di rubli; dopo la svalutazione 10 o 12 milioni di rubli.