Superbonus e cessione del credito, il governo convoca associazioni e banche

L'esecutivo apre sul decreto. E spunta l'ipotesi della cartolarizzazione dei crediti. Il ministro Ciriani: "Molti hanno passato il cerino a quelli che venivano dopo"

Roma, 18 febbraio 2023 - Si cerca un punto di equilibrio sul decreto varato dal governo che ha bloccato la cessione dei crediti dei bonus edilizi, a partire dal superbonus. I presidenti delle categorie interessate sono stati convocati per lunedì pomeriggio (alle 17.15) dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. L'obiettivo è trovare un punto di equilibrio dopo le tensioni nate all'interno della stessa maggioranza e le proteste di associazioni di categoria e opposizioni. 

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All'incontro parteciperanno i presidenti dell'Ance Federica Brancaccio, di Confindustria Carlo Bonomi, di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, di Confapi Cristian Camisa e dell'alleanza delle Cooperative Italiane Maurizio Gardini. Ma, da quanto si apprende, l'invito sarebbe stato esteso anche anche agli artigiani della Cna e della Confartigianato, particolarmente rappresentativi nel settore edile. E sempre lunedì, ma alle 16.30, il governo si confronterà anche con i rappresentanti di Abi, Cdp e Sace.

Ristrutturazioni edilizie con il Superbonus 110% (ImagoE)
Ristrutturazioni edilizie con il Superbonus 110% (ImagoE)

Ipotesi cartolarizzazione dei crediti

Tra le ipotesi sul tavolo c'è quella della cartolarizzazione dei crediti, avanzata da Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. Con la cartolarizzazione - strumento già ampiamente utilizzato per i crediti deteriorati dopo la crisi del 2008 - i bonus maturati con le ristrutturazioni edilizie fatte con il Superbonus verrebbero racchiusi in un prodotto finanziario, che sarebbe collocato sul mercato attraverso una società veicolo costituita ad hoc. 

Lo scontro politico

"Il decreto sul Superbonus oggi ha conosciuto questa misura drastica perché quella che doveva essere una misura spot è andata degenerando - dice Foti -. Non ci possiamo permettere di non vedere una situazione che è una bomba ad orologeria. Lo sapeva anche il governo Draghi, ma non è potuto intervenire per ragioni politiche".  Per il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, "molti hanno passato il cerino a quelli che venivano dopo, il governo Meloni ha dovuto scegliere, non si poteva rinviare". "Il problema - spiega - è gigantesco, non poteva essere accantonato. I conti pubblici sono minacciati da una voragine di 110 miliardi di debito generati dal Superbonus. Questa è una questione dolorosa che andava affrontata".

"In questo momento non c'era altra scelta, ma il conto non possono pagarlo famiglie e imprese. Togliere il Superbonus potrebbe determinare anche una frenata dell'Economia", dice il presidente dei deputati di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, sottolineando che gli azzurri lavoreranno per una soluzione. Dal Terzo Polo il deputato Luigi Marattin propone di prorogare i termini della Cilas al 30 marzo e compensare i crediti delle banche. Protesta il M5s. "I 110 miliardi che secondo Giorgetti e Meloni sarebbero un buco di bilancio - dicono -, altro non sono che gli investimenti attivati grazie ai bonus edilizi, a valle dei quali l'Italia ha avuto un Pil cresciuto di più del 10% in due anni, un milione di posti di lavoro creati, un ritorno sul sistema economico stimato fino a tre volte gli investimenti e un extragettito fiscale ingentissimo in termini di Iva e di altri tributi, grazie al quale gli stessi Governi Draghi e Meloni hanno messo in campo 90 miliardi di aiuti contro il caro energia". 

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