Superbonus 110, ultime notizie: ipotesi proroga crediti e trasformazione in Btp

Cinque miliardi di euro incagliati nelle banche: corsa contro il tempo

Superbonus 110: ipotesi proroga crediti e trasformazione in Btp (Ansa)

Superbonus 110: ipotesi proroga crediti e trasformazione in Btp (Ansa)

Roma, 14 giugno 2022 - Corsa contro il tempo per salvare i crediti già maturati dai condomini e dalle aziende che eseguono i lavori con il Superbonus 110%. La notizia dell’esaurimento dei fondi a disposizione per l’incentivo ha fatto suonare più di un campanello di allarme. Spingendo quasi tutti i partiti a correre ai ripari. In gioco ci sono almeno 5 miliardi di euro incagliati nella pancia delle banche, per lo più quelli che dovevano essere ceduti a Poste o che avevano errori formali, che potrebbero mettere a rischio non solo le 33mila imprese edili impegnate in questo settore, ma gli stessi condomini, chiamati dall’Agenzia delle Entrate a restituire i crediti già incassati se i lavori non saranno completati come da crono-programma. Insomma, una vera e propria bomba sociale.

Così, in Commissione Attività Produttive della Camera è stato presentato già un emendamento bipartisan, firmato da 53 deputati di M5s, Pd, Leu, Forza Italia e Coraggio Italia. Nessuna firma, invece, dai renziani di Italia Viva e dalla Lega. Tre i capitoli principali della proposta. Il primo prevede una sorta di proroga senza termini dei crediti maturati, che consentirebbe alle imprese di non perderli anche se i lavori dovessero andare troppo avanti e, soprattutto, se non trovassero banche disposte ad acquistarli.

"La quota di crediti d’imposta maturata dai fornitori per sconti sul corrispettivo dovuto, praticati in relazione a spese sostenute nel 2021 e non utilizzata nel 2022", potrà essere infatti "usufruita anche negli anni successivi". Ma non basta. Le banche e gli intermediati qualificati potranno usare i crediti acquisiti a partire dal primo gennaio del 2022 anche per sottoscrivere Buoni del tesoro pluriennali (Btp) con decorrenza dal gennaio 2027 e scadenza non inferire ai dieci anni. In questa maniera si supererebbe, almeno sulla carta, il problema della dotazione finanziaria. Infine, l’ultima norma, agevola la cessione dei crediti non solo alle banche e agli attuali operatori finanziari qualificati ma a tutti i soggetti con partita Iva che abbiano depositato un bilancio uguale o superiore ai 50 mila euro.

Il problema è quello delle coperture. Al Mef non nascondono le perplessità su un provvedimento che rischia di trasformarsi in un rubinetto finanziario senza limite. In più, anche l’ipotesi di trasformare parte degli sconti fiscali in Btp si scontra con la necessità di contenere il deficit soprattutto nei prossimi anni, quando tornerà a farsi sentire la tagliola del 3%. Nei prossimi giorni il confronto fra deputati e governo entrerà nel vivo. Ma un fatto è certo: senza un intervento correttivo il Superbonus del 110% potrebbe rivelarsi un boomerang micidiale non solo per le aziende che si sono lanciate nei lavori ma anche per i condomini che hanno avviato le pratiche.