Superbonus 110 ultime notizie: cosa cambia con la stretta. Pmi in rivolta

Lavori sopra i 516mila euro, servirà la certificazione Soa. Gli artigiani: così si taglia fuori l’80 per cento delle imprese

Una nuova stretta sul Superbonus edilizio, altri 363 milioni per fronteggiare l’arrivo dei profughi dall’Ucraina. E, ancora: la possibilità di utilizzare le risorse dei Comuni virtuosi per tagliare le bollette dell’energia, più tempo per pagare le multe delle "quote latte" e, infine, norme per contrastare il falso lavoro autonomo.

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Arriva nella notte il via libera in Commissione al Decreto Aiuti bis, il provvedimento che tra l’altro congela le accise dei carburanti. Con un ultimo brivido per la maggioranza sulla questione dei 150 milioni relativi alla bonifica dell’ex Ilva di Taranto: l’esecutivo riesce a portare a casa il suo emendamento grazie all’astensione di parlamentari di Fratelli D’Italia e di Italia Viva e il voto contrario di Pd, Cinquestelle e Leu. Da oggi il testo approda in Aula, al Senato. Ma i tempi sono davvero molto stretti: il provvedimento dovrà essere convertito in legge entro il 20 maggio. Si fa strada, perciò, l’ipotesi di un ricorso al voto di fiducia.

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A tenere banco, però, è stato l’ennesimo ritocco, approvato in Commissione, dei bonus edilizi, a partire dalla maxi-detrazione del 110%. Dal primo luglio dei 2023, per beneficiarne in caso di lavori oltre i 516mila euro bisognerà rivolgersi a imprese che hanno la cosiddetta certificazione Soa, fino ad oggi necessaria alle aziende per poter partecipare ai bandi pubblici. L’obiettivo è di contrastare il fenomeno delle truffe legate ai bonus.  Ma la novità ha letteralmente fatto infuriare le associazioni delle piccole imprese, dalla Confartigianato alla Cna: "Ancora una barriera burocratica nella travagliata storia degli eco-bonus – si legge in una nota –. Il Parlamento esclude circa l’80% di micro e piccole aziende del mercato della riqualificazione edilizia mentre si apre un business rilevante per le società che rilasciano le attestazioni Soa". In particolare l’obbligo scatterà dal primo gennaio prossimo, quando le imprese dovranno almeno dimostrare di aver fatto richiesta agli enti certificatori. Dal primo luglio del 2023, per continuare a lavorare, dovranno avere il certificato in cassa.

Non passa, invece, il provvedimento della Lega che mirava ad aumentare la tassazione sugli extraprofitti delle banche. In compenso, il Carroccio, ottiene un allungamento dei termini per pagare le multe sulle quote latte: le aziende avranno 60 giorni per aderire alla rateizzazione. Buone notizie sul fronte delle misure contro il caro-energia, Un emendamento presentato dal M5s consente, infatti, di utilizzare gli avanzi delle amministrazioni locali, che fino ad oggi erano vincolati alle spese di investimento, a ridurre il peso delle bollette di luce e gas per le famiglie. Sempre i pentastellati portano a casa anche altre due misure sul fronte dell’energia.