Superbonus 110: ultimo giorno. Cosa cambia e il nodo proroga

Forza Italia in pressing per estendere il periodo transitorio fino a fine anno. Quali scenari si prospettano per i vari tipi di abitazione

Il conto alla rovescia, implacabile, è iniziato: c’è tempo fino alla mezzanotte di oggi, venerdì 25 novembre, per presentare la Cilas, la comunicazione di inizio lavori asseverata, relativa al superbonus dell’edilizia per condomini e abitazioni unifamiliari. Secondo quanto stabilito dal decreto ‘Aiuti quater’ (Dl 176/2022), emanato dal governo Meloni con l’obiettivo di imporre un riassetto generale del superbonus, così come lo abbiamo conosciuto finora, solo chi richiede la Cilas entro la scadenza indicata potrà blindare il 110% ancora per un anno, fino alla fine del 2023. Chi dovesse farlo nei giorni successivi potrà comunque assicurarsi l'aliquota più elevata sulle spese sostenute di qui a fine anno.

La scadenza del 25 novembre, tuttavia, rischia di generare contenziosi (ad esempio, ci si chiede se sia possibile o meno integrare successivamente una domanda incompleta): in Parlamento è già in atto il pressing (soprattutto da parte di Forza Italia) per una sorta di ulteriore 'proroga', ovvero per estendere il periodo transitorio fino alla fine dell'anno. Resta da risolvere anche l’annosa questione del blocco della cessione del credito, su cui pesano le recenti sentenze della Cassazione relative al diritto, da parte dell'amministrazione finanziaria, al sequestro dei crediti in caso di indagini su possibili frodi.

La soluzione proposta dal governo, che consiste nella possibilità di compensare il credito in un lasso di tempo più ampio, non convince né gli istituti di credito né le imprese, perché determinerebbe un aumento dei costi dell'operazione. Ma andiamo con ordine e vediamo nel dettaglio quali scenari si prospettano per i vari tipi di abitazione oggetto di interventi di ristrutturazione. 

Sommario

I condomini

Per i condomini resterà disponibile la copertura del 110% delle spese effettuate per i lavori compiuti fino alla fine del 2022, mentre, a partire dal 2023, la percentuale scenderà a 90. Potranno mantenere l’agevolazione al 110% fino alla fine del 2023 coloro che, entro venerdì 25 novembre, avranno presentato, appunto, la Cilas (Comunicazione di inizio lavori asseverata), a patto che, entro la data precedente (quindi il 24 novembre), l’assemblea abbia approvato la delibera relativa ai lavori. Negli anni successivi, la percentuale dell’agevolazione scenderà ulteriormente: 70% nel 2024 e 65% nel 2025.

Abitazioni unifamiliari

In tal caso, gli scenari possibili sono due. Il primo riguarda chi ha realizzato il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022: a patto che il rispetto di questo requisito sia attestato da una dichiarazione redatta e firmata dal direttore dei lavori, i soggetti in questa condizione hanno tempo fino al 31 marzo 2023 (e non più 31 dicembre 2022) per usufruire dell’agevolazione al 110% sulle spese sostenute. Il secondo caso interessa, invece, chi non è riuscito a compiere entro il 30 settembre il 30% dei lavori. Per le spese sostenute dal 30 giugno scorso in poi, rimangono disponibili i bonus minori.

Villette

Sempre nell’ambito delle unifamiliari, sono previste molte novità a partire dal 2023. Per chi avvia i lavori dal prossimo 1° gennaio - e fino al 31 dicembre del prossimo anno - il Superbonus passa al 90%, ma solo per le prime case e per i beneficiari che abbiano un reddito pari o inferiore a 15 mila euro. Sono ammesse le richieste solo dei proprietari e dei titolari di diritti reali di godimento (come l’usufrutto). Sono esclusi coloro che ricevono un immobile in comodato d’uso, locatari e probabilmente anche i conviventi, ma per questi ultimi si attende una nuova indicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Enti del terzo settore

Anche in questo caso, due gli scenari possibili. Nel primo, il superbonus subirà una riduzione nel 2023. Il prossimo anno, quindi, sarà al 90%, quello successivo al 70% e quello dopo ancora al 65%. Vige anche per questi enti la possibilità di presentare la Cilas entro il 25 novembre, così da poter usufruire della misura al 110% anche nel 2023. Nel secondo, invece, se i beneficiari del terzo settore svolgono attività legate alla prestazione di servizi e assistenza socio-sanitari, potranno effettuare i lavori al 110% fino al 2025.

Aree colpite da terremoti

Nelle zone del Paese che sono state colpite da eventi sismici, per la ristrutturazione degli immobili è possibile usufruire della misura al 110% fino al 2025, nel rispetto di determinate condizioni.

Case popolari

Per le case popolari, intestate sia a persone singole che a cooperative edilizie, l’agevolazione è invariata: l’aliquota al 110% si conserva fino al 31 dicembre 2023. C’è solo un’eccezione: se, entro il 30 giugno 2023, non sarà stato effettuato almeno il 60% dei lavori previsti, lo stesso giorno verrà meno la possibilità di usufruire della misura.