Superbonus, addio alla proroga. E resta il nodo dei crediti d’imposta

Il governo: non può pagare lo Stato. Patuelli: "Utilizzare l’F24 come forma di anticipo, soluzione equilibrata"

Milano, 5 dicembre 2022 - "Non proroghiamo" il superbonus. Anche perché "non è quello il problema. Il problema sono i crediti d’imposta, stiamo tentando di trovare una soluzione su questo". Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, chiude così a una proroga indiscriminata del superbonus, chiesta da molti parlamentari nella conversione del decreto Aiuti quater, in discussione al Senato. Non ci sono, insomma, i margini per riaprire i termini chiusi il 25 novembre scorso. Fazzolari ha spiegato che "110% o 90% cambia che se si deve fare 10mila euro di lavori, prima non si pagava niente e ora si deve pagare 1000 euro, ma per chi è in difficoltà interveniamo con un apposito fondo.  Si confondono i due temi che sono diversi".

Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, come soluzione suggerisce l’uso dell’F24
Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, come soluzione suggerisce l’uso dell’F24

Vengono confermati gli spazi strettissimi che il Parlamento ha per risolvere questa partita. Esclusa la riapertura dei termini senza condizioni, si tiene invece la porta aperta al massimo per una soluzione più soft: consentire a chi ha già approvato una delibera condominiale entro il 24 novembre scorso di presentare una Cilas entro fine anno. La proroga richiesta, insomma, sarebbe in versione ridottissima, ma oggi il governo sembra avere chiuso anche a questa possibilità. La priorità assoluta per il governo, invece, è il tema della cessione dei crediti: "Dobbiamo trovare un meccanismo – ha detto ancora Fazzolari – per cui le banche possano prendersi questi crediti senza mandare all’aria i conti pubblici. Vale 60 miliardi, non li può pagare lo Stato". Anche su questo punto pesano diversi nodi.

Tutte le soluzioni immaginate finora, infatti, comportano il rischio che i crediti di imposta possano essere conteggiati, in base ai criteri Eurostat, come debito pubblico. Il tentativo dell’esecutivo, allora, è consentire alle banche di comprare di nuovi i crediti fiscali legati alle ristrutturazioni senza appesantire i bilanci dello Stato.

Su questo punto s’inserisce la proposta dell’Abi di usare l’F24. "Noi sosteniamo che la soluzione di equilibrio che abbiamo concordato con l’associazione dei costruttori di Confindustria e che sta trovando grandi consensi delle istituzioni sia quella di utilizzare come forma per anticipare i crediti d’imposta anche l’F24 che è uno strumento per pagare talune imposte. La questione non è un regalo alle banche", ha detto il presidente dell’Abi Antonio Patuelli a Sky tg24. E ha aggiunto: "Il governo nel decreto Aiuti quater ha allungato da 5 a 10 anni la possibilità di detrarre questi crediti. Noi non contestiamo questo provvedimento. Segnaliamo però una cosa ovvia in economia: un credito fiscale che si cede e che può essere recuperato invece che in 5 anni in 10 anni vale di meno. Questo è il punto chiave".