Superbonus 110 da tutto esaurito: già finiti i fondi

L’Enea e i dati sul maxi incentivo per le ristrutturazioni edilizie: su 33,3 miliardi stanziati, in maggio risultano effettuati interventi per 33,7

Al lavoro sulle impalcature: anche le facciate rientrano nell’incentivo

Al lavoro sulle impalcature: anche le facciate rientrano nell’incentivo

Roma, 11 giugno 2022 - Fine dei giochi. Game over. Le risorse del Superbonus 110% sono già esaurite. La cassa del Tesoro, in pratica, è vuota. A tirare le somme sul maxi-incentivo per le ristrutturazioni edilizie è l’Enea, l’ente per il quale transitano tutte le pratiche per ricevere l’agevolazione. Secondo i dati diffusi ieri, al 31 maggio scorso, erano stati già effettuati interventi per un valore complessivo di detrazioni pari a 33,7 miliardi di euro di fronte ad uno stanziamento di 33,3 miliardi nell’intero arco temporale previsto per l’erogazione degli incentivi. Un periodo che arriva al 2036, dal momento che gli sconti fiscali possono essere spalmati fino a dieci anni.

Naturalmente, la cifra messa nero su bianco ieri dall’Enea è più alta del 10% del valore complessivo degli interventi di efficientamento energetico prenotati dagli italiani, dal momento che lo Stato rimborsa il 110% della spesa effettuata, cioè più di quanto realmente investito da condomini o proprietari di immobili.

Insomma, è vero che, sulla carta, i contribuenti hanno tempo fino al 30 giugno di quest’anno per prenotare l’incentivo. Con una proroga fino al 31 dicembre – prevista dal Decreto Aiuti – per gli edifici unifamiliari nel caso il cui almeno il 30% dei lavori sia completato entro il 30 settembre.

Senza contare le deroghe già previste dalla legge che estende la possibilità di chiedere il contributo fino al 2023 per gli Istituti Autonomi Case Popolari. E proroghe ancora più lunghe sono previste per le aree colpite dal sisma che ha colpito le regioni del Centro-Italia nel 2016. Ma già oggi, a pochi giorni dalla scadenza di fine giugno, in cassa non ci sarebbero ulteriori risorse per fare fronte ad eventuali richieste.

A questo punto, il governo ha solo una strada: quella di rifinanziare ulteriormente la misura. Come è già avvenuto in precedenza: sono sei, infatti, i diversi provvedimenti tra decreti e disegni di legge approvati, dalla primavera del 2020, in piena emergenza pandemica, fino all‘ultima Legge di Bilancio, per rimpinguare le casse di un incentivo che ha registrato fin dall’inizio un vero e proprio boom.

In totale, l‘esecutivo ha messo sul piatto 33,3 miliardi per l‘intero arco temporale, cioè fino al 2036, anche se la gran parte dei fondi – oltre 31,5 miliardi di euro – riguarda le annualità fino al 2028. È molto probabile che, un eventuale rifinanziamento del Superbonus possa entrare nella prossima legge Finanziaria. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, non ha mai nascosto del resto le sue perplessità nei confronti di una misura considerata uno dei cavalli di battaglia del Movimento Cinque stelle, ma che rischia ora di essere insostenibile per il bilancio dello Stato.

Anche perché si somma agli altri incentivi sull’edilizia già attivi. Come ad esempio gli Ecobonus, che prevedono una detrazione che va dal 50 al 65% e che già hanno impegnato, fino al 2024, risorse per oltre 6 miliardi di euro. Insomma, c’è il serio rischio che questa volta il Superbonus del 110 sia davvero arrivato al capolinea. Anche se nel frattempo lo Stato dovrà trovare un modo per rimborsare tutti coloro che hanno prenotato i lavori e magari ceduto il credito fiscale alle aziende o agli intermediari finanziari qualificati. Un’impresa non semplice.