Super Bowl 2023, in 7 minuti di pubblicità si supera l'incasso del Festival di Sanremo

Tutti i numeri della 'macchina dell'intrattenimento' che non ha eguali in tutto il pianeta

Glendale (Arizona), 12 febbraio 2023 - Niente è come il Super Bowl. Non è questione di essere più o meno appassionati di football americano o di conoscere almeno una manciata della miriade di regole e tatticismi che caratterizzano uno degli sport simbolo degli Stati Uniti, ma di confrontarsi con una ’macchina dell’intrattenimento’ che non ha eguali in nessun angolo del pianeta, a partire dal giro d’affari al quale è legata in strettissima simbiosi.

Il Superbowl
Il Superbowl

L’appuntamento sportivo

Il clou è ovviamente la gara: quattro quarti da 15 minuti di gioco parzialmente effettivo l’uno, che alla mezzanotte e mezza (ora italiana) tra domenica 12 e lunedì 13 febbraio vedrà i Kansas City Chiefs vedersela coi Philadelphia Eagles. Ma già qui arriviamo alla prima eccezione che pone l’evento su un binario diverso rispetto a qualunque altra competizione singola, dalla finale del mondiali di calcio a quella dei 100 metri di atletica: la marcia di avvicinamento al Super Bowl dura una settimana, durante la quale si susseguono una miriade di eventi, tra conferenze stampa, promozioni, giornate dedicate ai giovani tifosi e intrattenimenti di ogni tipo.

Gli spot pubblicitari

Servono metri di paragone. Nel 2022 l’intera raccolta pubblicitaria legata a tutto il Festival di Sanremo è stata di circa 42 milioni di euro. Al Super Bowl dello stesso anno uno spot di 30 secondi è costato in media circa 6.5 milioni di dollari. Calcolatrice alla mano, in sette minuti di pubblicità del mega evento sportivo americano si supera l’incasso di 5 giorni del Festival per eccellenza della canzone italiana.

Non basta, perché gli spot non sono semplicemente pubblicità di un prodotto, ma spesso diventano veri e propri mini film, realizzati da registi premi Oscar (la lista è sterminata, a volerne citarne solo uno, cercate quello di Chloé Zhao per Budweiser) e attori di primissima fascia come Will Smith, Schwarzenegger, Salma Hayek, Ewan McGregor, Jim Carrey, John Travolta, Ben Stiller e moltissimi altri. Gli spot vengono realizzati esclusivamente per l’occasione e solo in piccola parte hanno richiami marcati sui prodotti che promuovono. E’ la storia a fare la differenza, compreso chi la racconta. Lo dimostra il fatto che ogni anno vengono realizzate vere e proprie classifiche dedicate soltanto alle pubblicità. Il super Bowl è inoltre l’evento scelto dalle principali case di produzione (l’universo Disney, per esempio) per svelare i piani relativi al prossimo futuro.

Lo stadio

Si giocherà in Arizona, allo state Farm Stadium. Ha il campo da gioco che si può e il tetto può essere aperto o chiuso a piacimento. Ha una capacità 73.000 posti, è stato ultimato nel 2006 ed è costato 455 milioni di dollari. Un gioiello? Ci perdoneranno in Arizona, ma no. Le gemme di ultima generazione che sono state realizzate e sono in corso di realizzazione o progettazione sono decisamente di un’altra categoria. Il SoFi Stadium, casa dei Los Angeles Rams, per esempio è costato  oltre 5 miliardi  di dollari (lo Juventus Stadium, per avere un paragone italiano, è ‘fermo’ a 155 milioni).

I costi dei biglietti

Con meno di mille dollari, il Super Bowl non si vede neanche col binocolo. Quello che in effetti servirebbe per cercare di riconoscere almeno qualche giocatore stando appollaiati sugli anelli più alti (e lontani) dell’impianto. La media per un ticket supera i 10.000 dollari, con punte anche molto superiori.

Lo spettacolo dell’intervallo

Halftime Show, si chiama. Finisce il secondo quarto, le squadre vanno negli spogliatoi e succede una magia. In una manciata di minuti il campo di gioco cambia completamente volto, viene installato un gigantesco palco e comincia un concerto. Chi canta? Il meglio, anche qui, come sempre. Nel 2023 la partnership è con Apple Music, che rileva Pepsi, mentre il microfono sarà in mano a Rihanna.

L’inno americano del pre gara sarà invece eseguito da Chris Stapleton, star del country vincitore di otto Grammy Awards. Babyface canterà il patriottico ‘America The Beautiful’. Momenti da pelle d’oca, col bandierone a stelle e strisce grande quanto il campo e i jet che sfrecciano sopra le teste di spettatori e atleti. In ogni caso siamo ampiamente in media, perché le edizioni passate hanno visto protagonisti, in ordine sparso, i Coldplay, Justin Timberlake e Janet Jackson, Katy Perry, Michael Jackson, Paul McCartney (Hey Jude al Super Bowl, una magia), Lady Gaga, i Rolling Stones, Bruce Springsteen, Madonna, gli U2, Prince e poi basta solo perché altrimenti si finisce con l’annoiare.

Gli atleti

Il più pagato è Patrick Mahones, quarterback di Kansas City, circa 50 milioni dollari all’anno per dieci anni solo di ingaggio, per un totale di mezzo miliardo, senza contare tutto il resto. E in America ‘tutto il resto’ è davvero tantissimo. E’ la star: giovane, vincente, carismatico, il nuovo Tom Brady, dice qualcuno. Ma in ogni caso nessuno degli uomini in campo ha problemi di budget, visto che gli ingaggi della Nfl sono stellari. Perché le società possono ampiamente permetterselo.

Le classifiche dei club

Forbes ha stilato la graduatoria dei 50 club sportivi che valgono di più al mondo. La cifra complessiva è di 222,7 miliardi di dollari. Domina la Nfl. Nella National Football League giocano in tutto 32 squadre e di queste 30 sono in graduatoria. Trenta su cinquanta, statistica inarrivabile. Al primo posto abbiamo i Dallas Cowboys, che valgono 8 miliardi di dollari. In Texas tifare per i Cowboys è quasi una religione, la domenica della partita la gente va in chiesa indossando la maglia da gara degli atleti. Si continua coi New England Patriots, i Los Angeles Rams, i New York Yankees, i New York Giants, i New York Kniks (basket), i Chicago Bears, i Golden State Warriors (basket), i Washinghton Commanders (ex Redskions, sempre football) e i Los Angeles Lakers (basket). La prima squadra di calcio è il Real Madrid, tredicesima, a 5,1 miliardi. Nell’elenco non ci sono squadre italiane.

I segreti del successo

Lo sport americano è su un altro pianeta per una marea di ragioni e tra queste c’è senza dubbio il modo di promuoverlo. Il punto nodale è che la formula non toglie l’anima dello sport, anzi, la enfatizza, creando storie, leggende e miti a ciclo continuo. Gli atleti si raccontano andando ben oltre le frasi fatte e lo spettacolo è spalmato su tempi lunghissimi, prima, dopo e durante ogni gara. E’ business, ma è anche passione. Il business si vende, la passione non si paga. 

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