Sulla questione dei debiti serve lo Stato

Bruno

Villois

Il Governo vuole concentrare sulla vaccinazione ogni suo sforzo. Ottima idea, ma le incertezze sulla tenuta economica può innescare una depressione socio-economica di particolare gravità. Indispensabili i sostegni, o risarcimenti che siano, ma sono sussidi temporanei, mentre all’orizzonte si sta consolidando il problema dell’indebitamento bancario, che ormai per una miriade di lavoratori autonomi ha sfondato i limiti del fido e ha messo in allarme gli istituti di credito.

E’ in continuo allargamento il perimetro della clientela per la quale si prospetta una inadempienza. Le banche valutano improbabile che questo tipo di debitori adempia integralmente alle obbligazioni contrattuali senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie. La maggior parte dell’indebitamento bancario di società di persone e ditte individuali è concesso a fronte di garanzie, prioritariamente immobiliari o fidejussorie di terzi.

A rischio ci sono proprio queste tipologie di partite Iva. Il loro indebitamento è soggetto a garanzie, ma se il debitore ha subito un crollo degli incassi non riesce a mantener fede alle scadenze, imponendo alle banche di richiedere il rientro dall’esposizione o di escutere le garanzie.

Se le banche non agissero in tal senso il credito si trasformerebbe in Npl, obbligando le stesse a ripatrimonializzarsi in ragione della perdita del credito. Quanto sia l’esposizione bancaria soggetta a garanzia è difficile dirlo. Di certo, i numeri sono impressionanti e possono innescare una depressione economica devastante. Lo Stato dovrebbe temporaneamente sostituirsi nelle garanzie, per almeno un lustro, in modo da evitare un doppio disastro: quello di chi è soggetto ad escussione, oppure delle banche se si innesca il vortice degli Npl. Agire subito è indispensabile.

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